«Il diritto alla salute è sempre più a rischio». E’ il filo conduttore drammatico che riguarda la Calabria ma anche il resto del Paese nel viaggio di ascolto che la Funzione Pubblica della Cgil sta conducendo in maniera itinerante sul tema della Sanità. Lo dice senza mezzi termini Michele Vannini, segretario nazionale Fp Cgil con delega alla Sanità, arrivato a Castrovillari insieme agli altri dirigenti regionali e territoriali per ascoltare dalla voce dei cittadini, degli operatori medici e infermieristici, lo stato di salute – o forse sarebbe meglio dire di degrado – che si vive tra le corsie del punto di riferimento ospedaliero più importante del Pollino.
Il fil rouge che accomuna le tappe della via crucisa calabrese tra gli ospedali più sottodimensionati segnala una «grande sofferenza del personale sanitario – aggiunge Vannini – che è poco e ha carichi di lavoro elevatissimi e stipendi troppo bassi. Molto spesso viene aggredito. Ecco perchè sci sarebbe bisogno di operare in questa direzione finanziando di più il servizio sanitario nazionale e finalmente assumere, per poter dare più servizi efficienti ai cittadini».
La vera macchia che accompagna la sanità calabrese si chiama commissariamento. Quattordici anni che dimostrano come «i piani di rientro – aggiunge il segretario nazionale della FP Cgil – siano del tutto inefficaci perchè la situazione non è migliorata da quando si è iniziato il commissariamento». Ma in questo marasma della criticità si registrano anche «punte di eccellenza che vanno valorizzate» e che sono frutto del «sacrificio e dell’abnegazione dei professionisti» che lavorano nelle strutture ospedaliere.
La campagna di ascolto della Cgil vuole aiutare i cittadini «a capire l’importanza del sistema sanitario nazionale e mobilitarci insieme per difenderlo. Oggi il diritto alla salute è sempre più a rischio. Il tema della mobilità è un alert molto significativo e io sono convinto – aggiunge Vannini – che con investimenti adeguati sul personale si potrebbe ridurre. Essere curati bene sul proprio territorio è un diritto di tutti i calabresi e questa differenza di trattamento è quasi il trailer di quello che potrebbe succedere con l’autonomia differenziata».