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DOPO IL VOTO

Morano Calabro, Severino si dimette dal Partito Democratico: contro di me emarginazione politica

In una lettera indirizzata ai vertici del partito mette in luce anche gli atteggiamenti avuti in campagna elettorale scrivendo che la sezione ha lavorato per «favorire la vittoria dell’amministrazione uscente e sfavorire l’unica alternativa seria in campo»

Una vera e propria «macchinazione» allo scopo di «favorire la vittoria dell’amministrazione uscente e sfavorire l’unica alternativa seria in campo, per apportare un vero cambiamento politico della nostra comunità».E’ una delle motivazioni che Angelo Severino, iscritto al Partito Democratico, adduce scrivendo al segretario nazionale Dem, Elly Schlein, a quello regionale, Nicola Irto, al segretario provinciale, Vittorio Pecoraro, motivando cosi la scelta di dimettersi dal partito nel quale è stato iscritto per lungo tempo.

Una scelta che arriva all’indomani del voto elettorale che a Morano Calabro lo ha visto candidato nella lista civica a sostegno di Giuseppe Bruno come consigliere eletto più votato. Nella missiva ripercorre il suo pensiero rispetto alla militanza di questi anni nel Pd, partito al quale ha dato il contributo «per costruire un partito capace di parlare alla gente ed ai più fragili, a chi ha bisogno di essere protetto ed a chi chiede soltanto di essere lasciato libero di crescere e dare sfogo alle proprie energie».

Impegno che in ambito locale ha spaziato per «tenere insieme tutte le anime, capaci di dare un contributo alternativo all’ex governo locale, per la crescita della mia Morano Calabro, ho sognato un partito capace di prendere una posizione netta in difesa degli oppressi, condannando senza ambiguità le scelte scellerate della precedente amministrazione.  Ho vissuto nell’idea che il nostro fosse un partito aperto, in cui i contributi degli iscritti non fossero visti come una messa in discussione del gruppo dirigente o del leader di turno, in cui le persone – ma anche le idee – potessero essere sfidate attraverso primarie democratiche».

Le ultime vicende politiche, legate alla fase propedeutica dell’appuntamento elettorale delle amministrative  del 8 e 9 giugno di Morano Calabro,  «hanno visto – spiega Severino nella lettera al partito nazionale – il circolo del PD promotore di una politica, dapprima, almeno in apparenza, aperta alle altre forze politiche in campo, per poi, però, rivelarsi nei fatti non inclusiva, chiusa a qualsiasi tipo di confronto e di relazione nei confronti delle altre forze presenti a Morano Calabro, quali alternative all’attuale amministrazione, arrivando addirittura a non accettare le primarie, per la scelta di un  candidato sindaco, che potesse essere espressione unica ed unitaria delle forze alternative».

Nel racconto di quanto maturato rispetto alle dimissioni dal partito il consigliere comunale di minoranza – ormai ex Pd – spiega di aver «lavorato incessantemente per addivenire ad un progetto unitario alternativo all’attuale amministrazione moranese, ma senza risultati.  In realtà il modus operandi del circolo di Morano Calabro è stato improntato, innanzitutto ad una politica di esclusione ed emarginazione dello scrivente, con l’intento di  lasciarmi fuori dall’impegno elettorale del Partito Democratico, procrastinando nel tempo la decisione di addivenire ad un accordo con il nuovo gruppo civico, accordo mai raggiunto. Guarda caso, però, dopo la notizia di una mia candidatura a consigliere comunale all’interno del polo civico, il circolo di Morano Calabro ha deciso  di partecipare alla tornata elettorale del 8-9 giugno u.s., con una lista di partito, costruita in modo improvvisato, addirittura il giorno prima della scadenza del termine per la presentazione delle liste, tant’è che il candidato sindaco non è iscritto al Partito Democratico, così come alcuni candidati alla carica di consigliere, addirittura tre dei quali residenti fuori Morano Calabro, decisione assunta senza la convocazione dell’intera assemblea di circolo, tant’è che alcuni membri sono stati volutamente esclusi, contravvenendo ad uno dei principi democratici del nostro partito: “l’inclusione”».

«La decisione di candidarmi nella lista civica – aggiunge Severino parlando ai vertici del Pd – è stato frutto di un lavoro incessante, con lo scopo di arrivare ad un accordo con il Comitato Civico nato dal basso da parte di numerosi cittadini, proponendo di fare un accordo politico attraverso lo strumento delle primarie, per l’individuazione del candidato Sindaco della coalizione, che in prima battuta era stato accettato dall’assemblea del circolo e proposta per iscritto al Comitato Civico il 22 gennaio u.s., e successivamente  accettate dal Comitato Civico con lettera del 02 febbraio u.s., ma poi sistematicamente disattese dallo stesso partito. Circostanza  ancora più grave è il fatto che a circa 40 giorni dalla presentazione delle liste, la segreteria del circolo si è preoccupata di incontrare l’intero esecutivo nella sede del partito democratico, senza mai spiegare agli iscritti il reale motivo».

Infine la valutazione sulle scelte politiche è quella che l’elettorato ha bocciato «fragorosamente» la presa di posizione del Pd. La lista del partito democratico arriva ultima alle elezioni e i due consiglieri eletti sono due «non iscritti al partito». Senza contare che «il segretario del circolo ha ricevuto solo 40 preferenze». Per Severino il Circolo di Morano Calabro «non ha fatto altro che favorire la vittoria della continuità amministrativa che ha governato per 10 anni, non per il bene comune ma per pochi, svalorizzando i ruoli dirigenziale di Partito del sottoscritto. Alla luce delle suesposte argomentazioni non mi rimane altra possibilità che rassegnare con effetto immediato le dimissioni dal Partito Democratico, non rispecchiando oramai l’operato del partito Democratico il mio modo di essere in politica».

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