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Asef Ahmadi, il sarto afghano che a Castrovillari ha ritrovato nuova vita

Fuggito dal regime dei talebani grazie al progetto Sai del Comune di Castrovillari gestito dal Cidis impresa sociale ha saputo inserirsi nella comunità del Pollino, ritrovando passione per il suo lavoro portato avanti nel proprio paese di origine.

Ricucire i pezzi del passato per realizzare un nuovo presente. È ciò che ha fatto a Castrovillari Asef Ahmadi, sarto afghano con alle spalle 35 anni di esperienza nella sua attività che dava lavoro ad altre sei persone nel proprio paese di origine, l’Afghanistan, da cui è scappato nel 2021 a seguito dello scoppio della guerra. Oggi, dopo circa 1 anno nella cittadina del Pollino, ha avviato la sua attività imprenditoriale rilevando una vecchia sartoria in via Roma n 132, dove realizza riparazioni e piccole creazioni su misura per darsi una nuova possibilità e ricominciare insieme alla sua famiglia una vita dignitosa in Italia.

Ahmadi e la sua famiglia sono accolti nel progetto SAI del Comune di Castrovillari gestito da CIDIS Impresa Sociale – ETS grazie al quale hanno intrapreso percorsi di inserimento sociale, lavorativo ed educativo per raggiungere l’autonomia nel sistema italiano. Qui hanno imparato la lingua, seguito tirocini formativi, capito il funzionamento del Sistema Sanitario Nazionale; man mano è cresciuta in Asef la volontà di valorizzare le proprie competenze per mettersi in proprio fino ad essere accompagnato nell’avvio d’impresa.

Un percorso che può spaventare perché spesso ci si imbatte in un fenomeno di reset delle competenze dei cittadini stranieri che, una volta arrivati in Italia, non si vedono riconosciuti gran parte dei titoli acquisiti in patria e che, di conseguenza, subiscono un mancato riconoscimento di quelle che sono le loro capacità, esperienze e competenze, finendo spesso per vedersi proporre esclusivamente ruoli come quello di bracciante o badante a discapito delle proprie experties.

In Afghanistan creava anche complementi d’arredo e abiti su misura di stampo tradizionale caratterizzati da una lavorazione molto complessa e ricca di dettagli pur rispettando una semplicità delle forme. Il Perahan Tunban, conosciuto anche come Tunban o Peran, è un abito tradizionale maschile afghano usato anche in Pakistan. Il design dell’abito è apparentemente semplice, ma come spiega Asef, la sua realizzazione è molto complessa: la vestibilità si adatta al corpo del cliente, grazie a tagli e cuciture; mentre le inserzioni di tasche, bottoni e decori impreziosiscono il capo rendendolo pratico ed elegante. Il passaggio da questo genere di lavorazioni sartoriali a quelle italiane non lo turba affatto: “Le lavorazioni italiane sono decisamente più semplici rispetto a quelle afghane!”.

Grazie ad un tirocinio formativo attivato da CIDIS presso la sartoria Yagar Floare LF Retail Lors (Vivibimbo) ha avuto modo di toccare con mano le creazioni richieste dalla clientela locale e ambientarsi nella comunità per poi decidere di avviare la propria attività; si ricomincia a piccoli passi, per poter crescere e sentirsi parte attiva nel tessuto sociale castrovillarese come lavoratore autonomo che contribuisce all’economia del paese.

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