Sono proseguite senza sosta fino alla tarda serata di oggi, 3 marzo, le ricerche di due persone disperse nelle acque dell’Adige, lungo il canale artificiale Gorzone, che bagna Anguillara Veneta e fa da confine naturale fra le province di Padova e Rovigo. Si tratta del conducente di un’auto finita nel corso d’acqua nel pomeriggio e del suo soccorritore, il poliziotto della Squadra anti-crimine di Padova Domenico Zorzino, 48 anni, che si trovava sull’argine intento a fare jogging. Intorno alle 17 l’agente ha allertato i vigili del fuoco riferendo di aver visto una autovettura uscire di strada all’incrocio fa via Ca’ Matte e via Cannaregio per poi inabissarsi rapidamente nel canale sottostante.
Il tentativo di salvataggio
I pompieri sono intervenuti immediatamente – da Piove di Sacco, da Rovigo e da Venezia – arrivando sul posto con un’autogru, la squadra di sommozzatori e un elicottero per perlustrare l’intera area dall’alto. Sulla riva del fiume, i vigili del fuoco hanno trovato gli effetti personali del poliziotto, che dopo aver chiamato i soccorsi, si sarebbe tuffato nelle acque gelate per tentare di estrarre il corpo dell’uomo rimasto incastrato nell’abitacolo che stava sprofondando. Azione di salvataggio che sarebbe riuscita dal momento che nel veicolo poi recuperato dai pompieri non sono stati trovati corpi, ma non avrebbe avuto la forza o il tempo di trascinarlo fino alla riva. I corpi delle due vittime al momento non era stati ancora ritrovati, probabilmente trascinati lontano dalle correnti. Fra gli oggetti rinvenuti a riva, anche il telefono cellulare da cui si suppone sia partita la richiesta di aiuto, quello stesso numero che i vigili del fuoco avevano provato a richiamare, probabilmente proprio per far desistere Zorzino dal compiere un gesto tanto altruista quanto pericoloso.
L’ipotesi di ipotermia
Il Gorzone – soprattutto in quella zona – ha infatti delle acque che potrebbero aver causato a lui e alla seconda vittima, Valerio Buoso, una rapida ipotermia e che sono già state il teatro di altre tre morti, tutte in circostanze analoghe. Il 26 gennaio scorso, il ventisettenne tunisino Mahmoud Benyoussef era stato riportato a riva esanime, ancora al volante delle Citroen C3 con cui era affondato nel canale lungo via Borgo, in località Borgo Forte. Sempre a causa di un’uscita di strada autonoma avevano perso la vita il 10 agosto scorso Anita Bertazzo e la figlia Pamela Breseghello, di 75 e 48 anni. Anche allora, le acque del Gorzone avevano ingoiato l’auto su cui viaggiavano in pochi minuti, sotto lo sguardo impotente di un passante che aveva allertato i vigili del fuoco. I loro corpi vennero recuperati solo dopo diverse ore.