E’ stato un bilancio positivo quello del Vinitaly per la collettiva calabrese dei viticoltori che dal 6 al 9 aprile hanno presentato le produzioni enologiche regionale all’interno dei 1800metri quadri di esposizione nel Padiglione 12 dedicato alla Calabria. Una grande rappresentanza territoriale con oltre 90 azienda tra produttori di vino e aziende dei liquori che ha davvero rappresentato la grande novità di questa edizione della fiera enologica internazionale made in Italy. Anche il Pollino con le sue aziende ha ben figurato all’interno della collettiva regionale dei produttori di vino con il Magliocco a fare da ambasciatore di un terroir dove da anni anche i vitigni autoctoni a bacca bianca regalano grande espressività in bottiglia, senza dimenticare il Moscato al Governo di Saracena, da vent’anni presidio Slow Food che si ritaglia lo spazio di unicità nel mondo enologico calabrese e del vino italiano.
Ma la vera sorpresa di questa edizione è stata la cucina territoriale del Pollino che per ben due giornate, e con diverse firme ai fornelli, ha dettato il ritmo dei piatti all’interno della cucina del ristorante voluto dalla Regione Calabria e Arsac nel Padiglione 12 per completare la narrazione della Calabria Straordinaria fatta di vino, cibo, territorio, identità.
A raccontare nei piatti le espressioni autentiche della gastronomia del Parco nazionale più grande d’Italia c’erano lo chef Pierluigi Vacca, patron e chef del ristorante l’Antico Borgo di Morano Calabro (lunedì 7 aprile) e Andrea Diodati dell’insegna gastronomica Origini di Castrovillari (mercoledì 9 aprile). Due storie diverse di cucina, come diversa è la formazione che li racconta in tavola, che hanno saputo trasferire nei piatti il legame profondo con la loro terra di provenienza, permettendo alla stampa nazionale ospite del ristorante Calabria di assaporare la visione autentica e gustosa delle materie prime scelte per i menù esclusivi pensati per il Vinitaly.
Nel percorso “Bacco e i piaceri del Pollino” Pierluigi Vacca ha servito un bocconotto salato con porcini del Pollino e crema di patate come ouverture di un menù che si è poi concentrato su due presidi Slow Food della Calabria abbinati insieme nella zuppa di fagiolo poverello bianco con colpettine di carne di razza Podolica calabrese, per poi concludere il percorso degustativo con il cremoso di cioccolato bianco, nocciole caramellate e peperoncino candito.
Andrea Diodati ha invece proposto “L’Identità” del suo territorio di provenienza con due piatti ben definiti incentrati sui prodotti distintivi dell’area compresa tra Sibaritide e Pollino: il cacio fuso di pecora con cipolla bianca De.Co. di Castrovillari e tartufo nero del Pollino, per poi servire il riso Carnaroli di Sibari al Magliocco ed erborinato di capra.