Il Festival del Folklore ha portato a Castrovillari aria di integrazione, grazie a tutte le culture che stanno popolando il paese. È stata colta perciò l’occasione per discutere in un convegno svoltosi nella sala consiliare di un argomento molto vicino a noi, ovvero il cammino verso l’inclusione che è stato percorso dalle comunità arbereshe, in particolare dalle donne. Dopo i saluti e i ringraziamenti del sindaco Domenico Lo Polito, il direttore dell’Estate Internazionale del Folklore, Antonio Notaro ha proposto di “portare l’estate del Folklore anche nei paesi arbereshe” o, nel caso non fosse possibile, di invitarli a partecipare per far conoscere i propri costumi alla kermesse castrovillarese. A questo proposito durante la conferenza era presente il vestito tipico di Civita indossato per l’occasione da una donna del luogo. La parola è poi passata ad Anna De Gaio, promotrice dell’iniziativa e Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione ha prima di tutto ricordato i cinque anni passati dalla tragedia del Raganello e ha poi invitato i presenti a “lavorare insieme per una Calabria migliore”, evidenziando il ruolo importante delle donne e della comunità albanese presente nel nostro territorio ”. La moderatrice, Annarita Cardamone, ha ricordato che la Calabria ospita il maggior numero di comunità arbereshe e che la più popolosa è quella di San Demetrio Corone; infatti ha continuato menzionando i due sbarchi più importanti di migranti albanesi sulle nostre coste, ovvero quello del 7 marzo 1991 a Brindisi e quello dell’8 agosto 1991 a Bari. Il professor Vincenzo Bruno ha trattato nel suo intervento un excursus storico partendo dallo sbarco in Calabria dei migranti verso la fine del 1400, a causa dell’arrivo degli ottomani nella loro patria, che ha aiutato anche la sottopopolazione calabrese occupando paesi poco abitati o fondandone altri ex novo. Ha poi fatto un focus sulla parte femminile di queste comunità, passando in rassegna tutte le limitazioni a cui essa era soggetta, molte delle quali erano scritte nel “Kanun” albanese, cioè nella costituzione. Ha poi concluso il discorso spiegando quanto le donne siano riuscite ad affermare il loro ruolo “prima nella casa, ma anche nella società, svolgendo un processo mai interrotto in cui si sono liberate sempre più dei lacci psicologici per arrivare a un’emancipazione sempre maggiore”. Molto importante ed esaustivo anche l’eloquio dell’assessore alle minoranze linguistiche Gianluca Gallo, il quale ha espresso la sua voglia di “mettere su un progetto per avere una testimonianza concreta delle comunità arbereshe e delle minoranze linguistiche”. Il convegno si è poi chiuso con l’intervento del professor Spartaco Pupo, che ha dichiarato che l’integrazione delle comunità di cui si è discusso è dovuta soprattutto all’accoglienza del popolo calabrese, benché esse abbiano dovuto “resistere all’ostracismo del clero, il quale cercava in tutti i modi di convertire i migranti al rito latino”.
Intanto il Il festival del folklore si avvia alla sua conclusione intanto. Siamo infatti alle battute finali della 37 Estate Internazionale del Folklore e del Parco del Pollino, che in questi giorni a Castrovillari ha aperto una “Finestra sul Mondo”.
Domani sera, ultima serata, presentata dal giornalista, Domenico Gareri, oltre all’esibizione di tutti i gruppi che stanno prendendo parte alla kermesse, sarà di scena, il gruppo ospitante, vale a dire il “Gruppo Folklorico Città di Castrovillari”, direzione e presidenza di Antonio Notaro, cultore delle tradizioni che conserva e tramanda alle nuove generazioni, esibendosi dal 1984, anno di costituzione dell’Associazione, su palcoscenici nazionali e internazionali. La serata sarà impreziosita, così come avviene da 27 anni, dalla coreografia della Maestra e Danzatrice, Tilde Nocera, con le allieve del Progetto CEA e dei gruppi presenti. In mattinata alle 11 ci sarà la cerimonia dell’amicizia, il consueto scambio dei doni con le autorità nella sala Consiliare di Palazzo di Città Castrovillari