Si sono nuovamente aperte le porte di Hollywood per Giuseppe Bonifati. A Natale infatti uscirà nelle sale americane il film “Ferrari” di Michael Mann che vede l’attore castrovillarese in un ruolo chiave della pellicola. Bonifati infatti interpreterà l’amico e collega di Enzo Ferrari, Giacomo Cuoghi. Nel film che sarà presentato in anteprima mondiale e in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia
Adam Driver sarà il volto di Enzo Ferrari, mentre la splendida Penelope Cruz ha il ruolo della moglie Laura Ferrari. Un film con un cast importante come Shailene Woodley, Patrick Dempsey, Jack O’Connell, Sarah Gadon e Gabriel Leone. Abbiamo fatto due chiacchiere, sempre con piacere, con Giuseppe che ci racconta dell’ultima esperienza e ci lascia con una speranza di rivederlo presto nella terra d’origine.
Come nasce il “progetto” Ferrari e che sensazioni hai avuto nell’avere accanto il tuo “amico” Enzo Ferrari ….Adam Driver
E´ stata un´ esperienza sicuramente arricchente, essendo la seconda partecipazione ad un film Hollywoodiano di alto livello (dopo Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott) e la serie BBC “US” (con Tom Hollander), direi quasi una masterclass dove ho potuto lavorare al fianco di un regista che ha una cura meticolosa di ogni dettaglio: la postura, la tensione di un gesto o come afferrare un oggetto in maniera non scontata. E´ da ammirare inoltre il fatto che Michael Mann sia riuscito a realizzare un film che desiderava fare da almeno vent´;anni. Una lezione di cui sicuramente farٍ tesoro anche per il mio lavoro di regista. Nel lavoro con il cast, principalmente con Adam Driver, mi sono sentito molto a mio agio, già durante le prove, nonostante avessi davanti uno degli attori più richiesti dallo star system internazionale. Il fatto che Michael Mann abbia poi deciso di mettermi al fianco di Adam Driver e Penelope Cruz per la table read, ha sicuramente aiutato a rompere il ghiaccio prima dell’inizio delle riprese.
Non ti definisci maestro… ma allievo, non si smette mai di imparare in questo lavoro?
Mai, come non si é mai arrivati, in nessuna professione. Nemmeno quando un tuo maestro (Renato Carpentieri) che si definisce sempre allievo alla sua veneranda età, ti invita ad insegnare nella sua scuola (Teatro di Napoli). Non si finisce mai di imparare, neanche dopo traguardi come questi. E vale forse dappertutto il detto nemo profeta in patria. Non si hanno meriti qui, ma sempre lى.
Giuseppe Bonifati è anche l’ideatore insieme alla moglie di un progetto chiamato “Teatro Volante”, un palcoscenico tra le nuvole. Un gruppo teatrale residente in un aeroporto, a Billiund in Danimarca, il primo aeroporto al mondo con un catalizzatore culturale come il Teatro Volante.
Come si pensa a creare una cosa del genere all’interno di un aeroporto?
Dopo la Danimarca, punto ad altri pianeti! Sono impegnato ad immaginare in questi mesi come i passeggeri possano ammazzare il tempo in un aeroporto, cosى come sulla luna. Quello del Teatro Volante é un format unico al mondo, iniziato attraverso un progetto pilota di due anni presso l´aeroporto di Billund (Danimarca), io e mia moglie Linda Sugataghy, la produttrice creativa del teatro, ci siamo persino sposati in un hangar. Dallo scorso febbraio abbiamo messo su un teatro studio. Con la nostra crew composta da attori, cantanti e danzatori, l’obiettivo é quello di interagire come una compagnia aerea con i passeggeri provenienti da tutto il mondo e sorprenderli con esperienze artistiche uniche e indimenticabili: performances e opera ai gates, ai terminals e ritiro bagagli; eventi come spettacoli teatrali o di danza negli hangar. Stiamo esportando il format in Europa e presto voleremo anche lى da voi…
In Italia una cosa del genere la si è mai pensata?
Penso nemmeno nel mondo, ma forse le invenzioni più sorprendenti hanno spesso un marchio di fabbrica italiano.
Hai sempre ricordato Giuseppe Maradei, ora dopo tanti anni di gavetta ed esperienza chi ti porti nel cuore artisticamente?
Nessuno dei famosi, guardo con più modestia a Linda, mia moglie. Mi sta al fianco ogni giorno, supportando ogni mia idea e mi insegna a mettere radici in terra, non solo sulle nuvole. Io dal mio canto le ho dato dimostrazione di non sapere ancora manovrare un aereo, ma sى di poter volare sempre più in alto, con la sola fantasia.
Cinema o teatro?
Entrambi sono per me una una via di fuga da una triste realtà. Dopo il Corona ci hanno restituito un mondo più malato, inquinato, combattuto e povero, soprattutto di arte e cultura. Il valore dell’artista ed il suo peso specifico nella società sono scesi nettamente in basso, e lo si puٍ constatare in tutta Europa, anche attraverso le esperienze di colleghi. L’arte e la cultura non sono una priorità all’ordine del giorno dell’agenda politica, mentre rappresentano invece un bene primario da tutelare a ogni costo. Teatro o cinema, in conclusione l’importante é conservare intatta la capacità di costruire sogni e renderne partecipi gli altri, nonostante tutto.
Progetti futuri dopo Ferrari?
Uno, nessuno e centomila. A proposito di questi ultimi, ho iniziato a scrivere la sceneggiatura di un lungometraggio che potrebbe essere il mio film d’esordio da regista, ambientato tra la Danimarca e la Calabria. La vendetta é un piatto che va servito freddo, un film vagamente ispirato alla tragedia di Amleto, un revenge movie rivisto in chiave contemporanea e attraverso i luoghi dell´immaginario che sono stati da sfondo principale nel mio percorso artistico degli ultimi vent´ anni. Mi sono prefissato come data il 2025. Vediamo se riuscirٍ a farmi questo regalo per i miei …anni tondi.
Ci lasciamo con Giuseppe con una promessa. Quando ci rivedremo a Castrovillari?
C´é chi prova da diversi anni ad invitarmi per un festival che seguo solo a distanza, forse il prossimo ci riusciremo finalmente o ha promesso di venire a prendermi lui stesso in Danimarca! Non siamo parenti, ma omonimi, vi lascio immaginare chi sia!