«Sto assistendo al processo televisivo contro la mia persona, che sta ingenerando odio di piazza contro me e la mia famiglia, tradotto in minacce – anche di morte – di concretezza tale da averle dovute documentare alle competenti autorità, Magistratura e Forze dell’Ordine di Castrovillari, onde tentare di evitare le preannunciate aggressioni e violenze fisiche». Sono le prima parole pubbliche di Rosalba Amato, l’avvocato castrovillarese indicata quale autore di un presunto raggiro nei confronti della famiglia Bonanata raccontata dall’inchiesta giornalistica de Le Iene, andata in onda in doppia puntata nelle ultime settimane.
Dopo i giorni di silenzio dietro il quale si era trincerata anche quando la giornalista Mediaset Nina Palmieri era andata a citofonare al suo domicilio (quello che fu della famiglia Bonanata e dove viveva Patrizia la figlia della coppia deceduta) ha affidato ad un comunicato stampa la sua posizione rispetto alle accuse che le vengono mosse e che sono oggetto anche di una indagine della Procura della Repubblica di Castrovillari.
Ne ha per tutti e anche per il sindaco, Domenico Lo Polito, intervistato da Le Iene e protagonista, insieme ad altri cittadini e vicini di casa di Patrizia Bonanata, delle denunce che hanno portato la magistratura ad attenzione la contorta vicenda. «Sto assistendo, purtroppo, al comportamento della istituzione rappresentativa della locale comunità, che sta somministrando alla pubblica opinione, in questo triste e pericoloso “processo di piazza”, versioni di fatti la cui valutazione -in disparte la eccentricità rispetto ai documenti in mio possesso – dovrebbe essere demandata esclusivamente alla Magistratura anziché al “tribunale della folla”».
Nella sua difesa asserisce che sia in atto anche un «tentativo di demolizione della mia attività professionale nel Foro in cui la esercito: è stata divulgata, con strumentale accezione negativa, la notizia di un procedimento disciplinare nei miei confronti. Occorre, anche a tale riguardo, un accenno alla verità: ho formalmente rivolto, al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Castrovillari, l’invito a sottoporre i contenuti audio e video della trasmissione televisiva dello scorso 18 marzo al Consiglio distrettuale di disciplina, organismo che è stato autonomamente adito dallo stesso COA di Castrovillari onde consentirmi di esercitare, in maniera efficace e tempestiva, ogni prerogativa in termini di correttezza del mio operato. La barbarie di questo “processo di piazza” – conclude nella nota stampa diffusa – benché stia severamente intaccando la vita della mia famiglia, non mi priverà, almeno sino a quando le minacce non si tradurranno in sopraffazione fisica, di esercitare i miei diritti difensivi, che ho demandato ai miei legali, gli avvocati Riccardo Rosa e Roberto Le Pera».