Tutelare gli invalidi del territorio costretti a subire una «grave violazione del diritto alla salute e al giusto processo». La denuncia arriva dal segretario generale della Cgil comprensoriale Pollino – Sibaritide – Tirreno, Giuseppe Guido, che ha chiesto al presidente del Tribunale di Castrovillari, Massimo Lento, di revocare «con urgenza» il protocollo siglato con l’Inps di Cosenza al fine di ripristinare le «precedenti condizioni» di verifica dello stato di invalidità.
Un braccio di ferro che fa dire alla Cgil di essere pronta a chiedere l’intervento del Ministero della Giustizia e del Csm al fine di tutelare la difesa dei soggetti fragili. La problematica nasce dall’accordo siglato dal presidente del Tribunale di Castrovillari con l’Inps di Cosenza in virtù del quale è stato disposto che le operazioni peritali per i procedimenti di riconoscimento dello stato di invalidità vengano espletate presso le strutture dell’istituto nazionale di previdenza sul territorio.
Avverso l’adozione del protocollo, siglato in data 23.11.202, il COA di Castrovillari ha proclamato l’astensione degli Avvocati dalle udienze nel mese di febbraio proprio al fine di ottenere la revoca del Protocollo o, almeno, la sua sospensione. Ma il presidente del Tribunale «è rimasto fermo sulle sue determinazioni» scrive il numero uno della Cgil comprensoriale Giuseppe Guido. Quindi, i Magistrati del Lavoro, che si occupano dei procedimenti di a.t.p., oggi conferiscono gli incarichi peritali soltanto ai pochissimi CTU (2 o 3 in tutto) disponibili ad effettuare le visite presso l’Inps. Inoltre, sempre al fine di ridurre il numero del contenzioso, in violazione delle norme in materia di riunione di giudizi, essi dispongono la riunione di procedimenti, senza tenere conto della materia di ciascun ricorso e dello stato dei relativi procedimenti.
«I procedimenti di merito che garantivano gli invalidi dagli errori in cui incorrevano i ctu e che consentivano una seconda valutazione, dalla suddetta data, vengono, tutti, rigettati, con motivazioni non condivisibili, tenuto conto che i procedimenti di merito vengono corredati da dettagliata documentazione sanitaria e da relazione peritale di parte, che indica specificatamente gli elementi di cui il ctu della fase precedente, non ha tenuto conto ai fini della valutazione dello stato invalidante dell’istante» denuncia Giudo.
Sta di fatto che dal Gennaio 2023, «oltre il 90% dei procedimenti di atp vengono rinviati a causa dell’astensione dei medici iscritti nell’elenco dei CTU del Tribunale e che non intendono recarsi all’Inps per effettuare le operazioni peritali, con un gravissimo danno per la salute degli invalidi, i quali attendono solo di poter affermare i propri diritti davanti all’Autorità giudiziaria, avverso i verbali di disconoscimento dell’Inps».
Allungamento dei tempi di giudizio
Per la Cgil Pollino Sibaritide Tirreno l’adozione di tale accordo «oltre a costituire una netta violazione del diritto alla salute degli invalidi ricorrenti, lede il loro diritto di difesa, viola le norme previste per il corretto svolgimento dell’attività giudiziaria, che dovrebbe essere improntata al rispetto dei principi di imparzialità e di osservanza del contraddittorio tra le parti processuali; in sostanza l’invalido che invia la domanda di accertamento del suo stato invalidante ed invoca il riconoscimento delle prestazioni di legge, viene sottoposto a visita medica di accertamento presso l’Inps e, nella successiva fase, quella giudiziaria, deve recarsi nuovamente a visita presso l’Inps, anche se a valutare le sue condizioni sarà il CTU nominato del Tribunale ma, in luogo non terzo, perché è la struttura di una parte convenuta in giudizio, dove il ctu potrebbe subire condizionamenti di natura psicologica che non lo rendono sereno di esprimere il giudizio oggettivo sui quesiti ad egli posti dal Giudice».
Senza contare che la previsione di un numero limitato di visite peritali da svolgersi in sole due sedi Inps (Castrovillari e Rossano) per l’intero circondario, comporta «un evidente allungamento dei tempi dei giudizi» ledendo le legittime aspettative dei ricorrenti, persone spesso anziane e bisognose di assistenza, «mortifica lo spirito della riforma del processo pensionistico improntata ad una maggiore celerità nell’accertamento del requisito sanitario».
Giuseppe Guido va dritto al punto definendo che l’effetto immediato che l’accordo determina è «un ulteriore sbilanciamento del processo a favore della parte pubblica, perché riconosce all’Inps l’ulteriore privilegio della più comoda partecipazione dei propri medici alle operazioni peritali presso le sue strutture».
La conferma di tali preoccupazioni viene data dall’esito negativo ottenuto da alcuni Tribunali, come quelli di Nola e Santa Maria Capua Vetere, che avevano adottato tale modalità di esecuzione delle visite peritali. Del resto, il fatto che soltanto pochissimi Tribunali, nell’intero territorio nazionale, abbiano inteso ricorrere alla sottoscrizione del protocollo con l’Inps, per gli A.t.p., è indice di «concreta fondatezza delle negatività da esso derivanti».