Una operazione condotta con grande abnegazione, spirito di sacrificio e un’attività di intelligence e pedinamenti durata diversi mesi quella che ha portato alla scoperta e al sequestro di 560kg di marijuana coltivata in un capannone nella zona industriale di Castrovillari. Agli uomini della Squadra Mobile di Cosenza e quelli del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Corigliano – Rossano sono arrivate le congratulazioni di Ezio Scaglione, Segretario generale Siulp Cosenza, per «l’importante risultato operativo ottenuto. Un plauso sincero, quindi, per lo straordinario esito investigativo, va da parte nostra al Dirigente della Squadra Mobile, al Questore di Cosenza, alla Procura di Castrovillari, alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, e ad ogni singolo poliziotto, tutti importantissimi nel grande gioco di squadra che ieri ha portato al sequestro di oltre una tonnellata di marijuana pronta per essere spedita in Olanda e al fermo di P.G. di diversi cinesi. Un risultato – ha continuato Scaglione – che è frutto di laboriose attività e di grande abnegazione e spirito di servizio di poliziotti che spesso operano in condizioni disagiate, attesa la sproporzione di forze tra le varie cosche operanti sul territorio cosentino e le forze di Polizia. Un’attività investigativa, tra l’altro, che mette sotto i riflettori anche una nuova realtà criminale in Calabria, costituita da cinesi; un ulteriore fattore di rischio per la società civile. Tutto ciò deve spingere lo Stato, il Governo, a investire ancora di più sulla sicurezza, adeguando gli organici degli Uffici già presenti sul territorio e istituendo nuovi presidi di legalità. Territori sicuri producono investimenti imprenditoriali, lavoro e benessere sociale, per questo motivo il Siulp, ringraziando i colleghi per quanto fanno quotidianamente, continuerà a chiedere a gran voce sempre maggiori investimenti sulla sicurezza».
Anche Luciano Lupo, componente del direttivo nazionale Siulp, è intervenuto sui contenuti dell’operazione di Polizia messa a segno a Castrovillari. «L’ombra della mafia cinese in Calabria è a dispetto della ‘ndrangheta o frutto di un improbabile accordo e di spartizione degli affari legati al mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti? Questo è quanto verrà chiarito dallo sviluppo delle indagini in corso. Certo è che per la Calabria e la provincia di Cosenza si tratta di un fatto inedito che desta ulteriore preoccupazione; a memoria, infatti, mai prima d’ora erano stati scoperti fatti illeciti gestiti dalla criminalità cinese, che nel mondo è forte e radicata.
Nella nostra provincia (e non solo nella nostra) si apre un altro fronte che non può rimanere inesplorato; nulla può essere lasciato al caso e, proprio per tale motivo, ogni lembo di territorio deve essere controllato ancora meglio, ogni comunità deve essere monitorata. Grazie alla D.D.A. di Catanzaro, alle Procure provinciali, a tutte le poliziotte ed i poliziotti, agli investigatori dell’Arma dei Carabinieri ed a quelli della Guardia di Finanza già impegnati nell’impari lotta contro la criminalità organizzata; grazie a tutti loro per il magnifico lavoro che fanno, ma lo Stato deve fare un altro passo in avanti e cioè investire in potenziamento di organici, in nuove strumentazioni e nuovi presidi di sicurezza e di legalità».