«Aiutare chi lavora la terra e lo fa con passione, abnegazione, seguendo pratiche agroecologiche, per tutelare la biodiversità alimentare e la salute dei consumatori è una scelta di responsabilità che dovrebbe appartenere a tutti, non solo a chi come noi ha scelto di stare al fianco degli agricoltori da oltre mezzo secolo. Per questo siamo al fianco degli agricoltori che da giorni difendono, soprattutto nel nostro Paese, le produzioni di qualità Made in Italy che sono orgoglio della filiera nazionale ma anche importante strumento per una cultura alimentare sana». Elisabetta Santoianni, presidente provinciale di AIC Cosenza (Associazione Italiana Coltivatori) torna ad intervenire sulla mobilitazione che in Calabria ha fatto sentire la propria voce in difesa delle piccole e medie imprese che rappresentano lo zoccolo duro della produzione regionale e che ora si prepara alla manifestazione nazionale di Roma.
«Gli agricoltori in queste settimane stanno esprimendo un profondo disagio che non può essere banalizzato. Il mondo agricolo sta dicendo a chiare lettere alla politica di essersi sentito trascurato da troppo tempo. Nessuno ha mai considerato le condizioni di vita e di lavoro di chi produce cibo, soprattutto nelle aree interne, e lo fa nell’interesse collettivo di assicurare sui mercati e sulle tavole degli italiani e dei calabresi in particolare prodotti di alta qualità, che hanno in dote anche una tradizione artigianale di lavorazione e produzione che in alcuni casi rappresenta unicità straordinarie. Il sistema alimentare spesso penalizza proprio gli agricoltori più virtuosi e genera sprechi che oggi più che mai non sono più tollerabili ma vanno contrastati con politiche attente al recupero e alla tutela delle esperienze più significative di salvaguardia del suolo».
Continuando nell’esprimere «vicinanza e solidarietà a chi oggi manifesta per un giusto diritto ed esprimere la volontà di voler continuare a lavorare la terra con impegno e dedizione» la Santoianni ha anche richiamato l’attenzione sulle risorse della politica agricola europea che nonostante i tanti finanziamenti messe sul campo «andrebbero, anche con l’aiuto di una strategia regionale e nazionale, distribuiti in maniera più saggia verso qui sistemi produttivi che sono più attenti all’ambiente e non scelgono l’agricoltura intensiva. Serve, inoltre, valorizzare la scelta dei prodotti di prossimità, educando alla consapevolezza della qualità dei prodotti Made in Italy o Made in Calabria – nel nostro caso – sostenendo così una filiera che soffre di tante problematiche ma anche della concorrenza delle importazioni che ormai massificano la presenza sugli scaffali dei nostri mercati».