«Due braccia strappate all’agricoltura e poi restituite». Scherza così Paolo Ippolito, vicepresidente dell’Azienda di famiglia allocata nel centro storico di Cirò, prima della cerimonia di consegna del Premio “Angelo Betti – Benemeriti della viticoltura” al Vinitaly di Verona. Visibilmente emozionato l’ambasciatore del Cirò riceve l’importante riconoscimento che ogni anno si assegna in occasione della fiera internazionale dei vini e distillati a 33 anni di distanza da suo padre Salvatore, già premiato con lo stesso titolo. L’Assessore regionale calabrese all’Agricoltura Gianluca Gallo ha segnalato lui per il prestigioso riconoscimento che si replica dal 1973, anno in cui fu ideato dal fondatore della più importante fiera del vino al mondo, e che, in ogni edizione, il Vinitaly assegna a venti imprenditori vitivinicoli, uno per Regione.
«Ritrovarmi qui, oggi, pensando di aver ripercorso i suoi passi mi commuove e mi rende molto orgoglioso. Almeno quanto lo sarebbe lui». Laurea in economia e commercio alla Sapienza, 15 anni vissuti tra l’Italia e l’estero per occuparsi di marketing e comunicazione per conto di grossissimi marchi nazionali e internazionali, dieci anni fa la decisione di rientrare in Calabria, nella sua Cirò, per prendere in mano le redini della cantina nata nel lontano 1845 dal trisavolo Vincenzo, quando il vino era ancora destinato al solo consumo locale. Un ritorno che «era in fondo scritto», dice ancora, un richiamo delle radici in quella che era ed è la più antica – e più importante – azienda vinicola calabrese, 100 ettari nelle campagne cirotane, affacciati sul blu dello Jonio. Nella quale, con il padre e lo zio, avevano continuato a lavorare i cugini Gianluca e Vincenzo.
«Noi tre siamo cresciuti insieme, vivevamo nello stesso palazzo, giocavamo a calcio nel cortile della cantina. Al mio rientro ci siamo ritrovati e abbiamo ricreato il nostro “dream team”». Un team, cioè, super affiatato, capace di dare al proprio marchio la spinta propulsiva necessaria per conquistare anche i mercati internazionali, portando in alto non solo il proprio nome, ma anche quello del doc Cirò. «Per questa edizione del Premio Betti abbiamo scelto Paolo – dice l’assessore Gallo – proprio per questo: volevamo dare un riconoscimento all’area del Cirò e a un giovane imprenditore che, dopo esser stato tanti anni fuori dalla Calabria, ha deciso di tornare e sta non solo gestendo con intelligenza e creatività il passaggio generazionale della sua cantina storica, dando lustro a tutti i calabresi, ma anche lavorando in maniera eccellente alla promozione dell’area di appartenenza con il Consorzio di tutela». Storia e tradizione da un lato, innovazione e modernità dall’altro.
Paolo Ippolito appartiene a quella nuova generazione di produttori con i piedi ben saldi nel passato, che hanno però la mente – e le azioni – proiettate nel futuro. Quegli stessi produttori che oggi compongono il Consorzio Cirò, di cui lui è uno degli undici componenti del direttivo e Presidente della Commissione promozione. «Anche nel Consorzio abbiamo formato un team affiatato – racconta ancora – c’è stato anche lì un ricambio generazionale e c’è molta coesione e armonia: siamo cresciuti insieme, in un paese di 15mila abitanti dove ci conosciamo tutti, quindi stiamo lavorando molto bene». Ma non solo. Ippolito è stato anche uno dei più giovani “Ambasciatori del vino” nominati da “Città del vino”, che riunisce tutti i Comuni italiani produttori. Lo è dal 2019 e, anche in questo incarico, mette tutta la passione che lo contraddistingue e che gli è valsa i tanti successi conquistati, ultimo dei quali la “Gran medaglia di Cangrande”, che torna a casa Ippolito. Successi che lo rendono, oggi più che mai, ambasciatore non solo del vino, ma anche di quella “Calabria straordinaria” che, ogni giorno di più, si sta mostrando nella sua bellezza al mondo.