Quattro anni. Tanto è durato l’oblio della vicenda portata alla ribalta della cronaca nazionale da Nina Palmieri della trasmissione mediaset Le Iene, che ieri sera in prima serata ha aperto uno squarcio sulla controversa vicenda della famiglia Bonanata di Castrovillari. La figlia Patrizia, oggi ospite di una struttura residenziale, era stata confinata in una per disabili mentali, mentre i genitori erano finiti in una Rsa. E’ l’inizio dell’estate 2021 quando la famiglia sparisce senza lasciare traccia. Sarà solo l’attivismo di amici e vicini di casa e l’azione delle forze dell’ordine a permettere alla Procura della Repubblica di aprire un fascicolo di indagine che – come assicurato dal palazzo di giustizia di Castrovillari alla giornalista mediaset – «viene seguito da vicino» proprio dal Procuratore capo.
Al fianco dei volenterosi cittadini, che non si sono mai persi d’animo per capire cosa stesse accadendo alla famiglia Bonanata, conosciute e distinte persone della città, c’era anche il sindaco Domenico Lo Polito intervistato dalla Palimieri insieme ad altri protagonisti della vicenda che ha tanti lati controversi sui quali la magistratura dovrà pronunciarsi.
La giornalista ha provato ad intervistare una figura centrale nella vicenda, l’avvocato castrovillarese Rosalba Amato che secondo quanto sostenuto da Le Iene, avrebbe avuto un ruolo fondamentale nella storia denunciata. La stessa referente territoriale dell’associazione avvocati matrimonialisti, alla luce dell’inchiesta mediaset, è stata «rimossa dal suo incario e allontanata immediatamente dall’Associazione come da decisione unanime del Direttivo nazionale dell’AMI» ha dichiarato in una nota Gian Ettore Gassani presidente nazionale degli avvocati matrimonialisti.
L’Ami ha «preso le distanze dal comportamento dell’avvocata» in quanto «il servizio ha denunciato l’esistenza di indagini che durano da tempo a carico della collega. Ferma la presunzione di non colpevolezza – ha aggiunto Gassani – principio cardine della nostra Costituzione, il comportamento della Collega Amato è in ogni caso inaccettabile e lesivo del decoro e dell’onore della nostra Associazione in quanto quest’ultima non ha informato della situazione gli organi regionali e nazionali dell’AMI ne’ evidentemente il proprio Consiglio dell’Ordine».
La vicenda dei Bonanata
La famiglia, composta da Giuseppe, Maria Ferrari e la figlia Patrizia, era proprietaria di un immobile composto da due appartamenti, magazzino e giardino in via Po 49 donato alla figlia Patrizia e di un conto postale con decine di migliaia di euro, frutto dei risparmi di una vita. L’arrivo dell’avvocato Amato nella loro vita avrebbe fatto decidere ai coniugi di ritirare la donazione dell’immobile e quattro giorni dopo firmare, nella stessa seduta, l’interdizione della figlia e la vendita al legale castrovillarese dell’immobile con un contrattto a titolo oneroso, affermando di aver dato e di impegnarsi a dare loro assistenza fino alla morte. Sempre grazie ad una delega l’avvocato avrebbe potuto agire sul conto e nel giro di poco tempo avrebbe prelevato quasi tutte le somme in esso contenute. Le ultime migliaia di euro proprio il giorno della morte della signora Maria. Pochi giorno dopo anche il marito, arrivato in ospedale con un grave quadro di malnutrizione, cacchesia e piaghe da decubito, morirà.
La città è rimasta turbata da questa vicenda con tante ombre e che ora chiede giustizia per Patrizia, costretta – dopo aver perso genitori e la sua casa – a vivere in una struttura di accoglienza, privata ormai di tutto.