La Fp Cgil polizia penitenziaria Calabria non ha preso parte alle celebrazioni per la festa regionale del Corpo di polizia penitenziaria a Castrovillari perché ritiene non ci sia «nulla da festeggiare vista la crescente preoccupazione per le condizioni di lavoro e la sicurezza del personale». Una presa di posizione, quella del sindacato regionale, in linea con quella presa dall’organizzazione a livello nazionale. «Come forma di rispetto verso i sacrifici delle donne e degli uomini della polizia Pìpenitenziaria, che ogni giorno si impegnano per garantire la sicurezza negli istituti penitenziari calabresi, con turni massacranti che spesso superano le dodici ore, scegliamo di non partecipare alla Festa regionale del Corpo».
La scelta di disertare la manifestazione vuole essere «un gesto di dissenso contro le politiche attuali del sistema penitenziario, che mettono a rischio la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori e le lavoratrici dell’amministrazione penitenziaria», affermano il coordinatore regionale Angelo Boeti e il segretario regionale Bruno Talarico che denunciano come «le continue e ripetute aggressioni verso gli uomini e le donne impegnati quali agenti di polizia penitenziaria abbiano generato una situazione allarmante e non più trascurabile. Inoltre, le piante organiche sono inadeguate e sottodimensionate rispetto all’effettiva esigenza dei singoli Istituti».
«Gli sforzi fatti dalle organizzazioni sindacali nella distribuzione delle unità assegnate in occasione delle mobilità collegate al termine dei corsi degli allievi agenti, alleviano a stento l’emorragia della quiescenza. L’età media del personale di polizia penitenziaria si aggira sui cinquant’anni», denunciano ancora i due sindacalisti secondo i quali «è tempo che le promesse si traducano in azioni concrete. Finora, le risposte delle amministrazioni si sono limitate a proclami senza seguito che non hanno permesso di affrontare realmente le problematiche del sistema penitenziario».