Nello scorso mese di Luglio il Tribunale di Castrovillari (Gup Falerno) su richiesta dalla Procura della Repubblica aveva disposto la misura cautelare del divieto di avvicinamento e il divieto di comunicare con qualsiasi mezzo a carico di una donna di Castrovillari e a tutela di una coppia di coniugi, professionisti, anch’essi di Castrovillari. Alla stessa donna, in questi mesi a processo, dopo la misura cautelare del Tribunale di Castrovillari, era stata poi applicata anche una misura di prevenzione da parte della Questura di Cosenza, tutt’ora vigente, proprio a causa della riconosciuta pericolosità derivante dall’assortimento delle condotte persecutorie poste in essere a danno della coppia e della reiterazione pervicace delle stesse.
Ora per gli stessi motivi anche il marito della donna protagonista di atti persecutori nei confronti dei coniugi castrovillaresi dovrà rispondere degli stessi reati, cosi come il figlio, minore d’età all’epoca dei fatti, è indagato presso il Tribunale per i minorenni di Catanzaro con altri due procedimenti penali pendenti sempre per atti persecutori e danneggiamenti nei confronti della stessa coppia di coniugi.
L’intero nucleo familiare, infatti, dovrà rispondere di atti persecutori pluriaggravati ex art 612 bis c.p. comma I e comma II, c.p., dell’art. 112 c.p. per essersi avvalsi, padre e madre, nel commettere tali reati, del loro figlio, minore d’età all’epoca dei fatti e su cui entrambi esercitano la potestà genitoriale, dell’art. 635 co. 2 per i danneggiamenti compiuti.
Le indagini e il conseguente rinvio a giudizio hanno evidenziato come le condotte messe in atto dalla donna con i suoi familiari, quali minacce con diffamazione, danneggiamenti, accesso illegale al sistema informatico di video-sorveglianza delle persone offese, disturbo delle occupazioni e rumori molesti, tamponamenti alle auto parcheggiate, occupazione della carreggiata e impedimento della marcia, inseguimenti, appostamenti, reiterazione quotidiana di fotografie, etc., siano divenute nel tempo atti persecutori con una mirata intenzionalità volta a minare l’incolumità fisica e psichica dei citati coniugi. I coniugi sono costituiti entrambi parti civili e sono difesi dall’avvocato Michele Donadio.