C’è una palese violazione del diritto allo studio per gli studenti di Castrovillari che si sono visti accorpare gli istituti cittadini, per effetto del dimensionamento scolastico deciso dalla Regione Calabria. Consegnare a studenti, insegnanti e famiglie istituti che hanno «una prospettiva di vita» di un solo anno scolastico non permette l’attuazione del Piano Triennale di offerta formativa che ogni istituzione scolastica ha l’obbligo di programmare per la partecipazione di tutte le sue componenti. Ecco uno degli elementi «di illeggittimità» contenuti nel ricorso al Tar presentato dal Comune di Castrovillari, attraverso l’avvocato Giancarlo Pompilio, avverso le decisione della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza in merito alla riorganizzazione scolastica per il prossimo anno.
Il piano triennale è «il documento fondamentale costitutivo» della «identità culturale e progettuale» di un istituto e pertanto «una scuola che nasce e muore in un solo anno non ha la possibilità di effettuare alcuna programmazione/progettazione finalizzata alla crescita e al miglioramento».
Parte da questo caposaldo il contrasto alle scelte di accorpamento subite dalla città di castrovillari e per le quali l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Domenico Lo Polito, ha deciso di continuare la battaglia democratica usando gli strumenti che la legge consente per difendere il diritto allo studio dei suoi giovani cittadini.
Le scelte di Castrovillari
Nel lungo documento inviato ai giudici del tribunale amministrativo regionale il Comune di Castrovillari ricostruisce i tempi e le dinamiche che hanno portato alla scelta della regione di penalizzare le scuole cittadine, ricordando che «nell’esercizio delle proprie prerogative di legge» l’amministrazione con la delibera di giunta 198 del 15 settembre 2023 esprimeva il proprio parere in merito alla questione del dimensionamento.
Il Comune a valle dell’incontro con le scuole presenti sul territorio, dopo aver «stigmatizzato l’assenza nelle linee guida regionali di una esplicita previsione a tutela delle scuole poste nei comuni montani e nelle aree geografiche caratterizzate dalla presenza della minoranza linguistica arberesh (peraltro normativamente contemplati), proponeva alla Provincia – in ottica collaborativa, rinunciando ad una autonomia scolastica – l’accorpamento delle 2 esistenti direzioni didattiche (comprendenti scuola dell’infanzia e scuola primaria) in un unico istituto comprensivo per un totale di 1205 alunni, e il mantenimento dell’unica scuola secondaria di primo grado, articolata in due plessi, di n° 507 alunni, sulla base della considerazione che Castrovillari è Comune montano ed inoltre è stanziato su area con presenza di minoranza linguistica. Per le scuole di secondo grado prendeva atto delle volontà contrarie degli istituti da un lato di mantenere lo status quo (con il mantenimento di 4 autonomia) e dall’altro di rimettersi alle indicazioni delle linee guida regionali con la creazione dei poli liceali, professionali e tecnici (con il sacrificio di una autonomia)».
Nell’ottobre dello stesso anno con delibera 31, il Consiglio Provinciale di Cosenza nel rispetto dei ruoli, «prendeva atto della delibera del Comune di Castrovillari, proponendo l’accorpamento delle due direzioni didattiche, mantenendo l’autonomia della scuola media».
Annullare la disgregazione dell’unica scuola secondaria
La Regione Calabria però, il 15 dicembre del 2023 con la delibera 719, trascurava del tutto sia il deliberato del comune che quello della provincia e «senza dare conto delle ragioni di tale scelta», disponeva per Castrovillari la soppressione delle autonomie scolastiche mediante l’accorpamento delle 2 direzioni didattiche esistenti e della scuola secondaria di primo grado, in modo da formare un unico ed elefantiaco istituto comprensivo di 1712 alunni.
Il Comune di Castrovillari «reputa che il dimensionamento scolastico relativo alle scuole primarie ricadenti sul proprio territorio, organizzato dapprima attraverso la creazione di un unico titanico istituto comprensivo e successivamente attraverso la creazione di due istituti comprensivi, per un solo anno, ottenuti questi ultimi, mediante la disgregazione dell’unica scuola secondaria di primo grado sia illegittimo e vada annullato».