«Ti faccio vedere quello che ti faccio». Era il 30 marzo del 2018 quando un vigile urbano di Castrovillari si rivolge con questo tono a un uomo colpevole, a suoi occhi, di aver appena saltato la fila al Pronto soccorso dell’ospedale. Strattonamenti che provocano lievi ferite a un braccio, e tenore delle condotte inquadrate come minacce e lesioni, che sei anni dopo gli sono valse la condanna a seicento euro di multa, più qualche altro migliaio di euro tra risarcimenti e spese processuali.
La parte offesa, all’epoca dei fatti, rientra precipitosamente in corsia dopo aver accompagnato la sua ragazza a una visita ortopedica. All’uscita dal Pronto soccorso la donna si sente male, sviene, e così il suo accompagnatore, preso dal panico, la riporta subito all’interno del presidio, senza curarsi degli altri utenti in coda. Scatta cosi l’intervento del vigile urbano che non tiene conto delle giustificazioni addotte dal ragazzo che, in seguito, per il tramite dell’avvocato Michelangelo Russo, sporgerà denuncia contro l’uomo in divisa.
Le successive indagini propongono prima una richiesta d’archiviazione proposta dalla Procura e respinta dal gip e quindi la prosecuzione dell’inchiesta. Quasi di rito il rinvio a giudizio dell’agente, che nel frattempo è andato in pensione, e poi la condanna dello stesso.