Il personale della Polizia di Stato di Cosenza ha eseguito un’ordinanza dispositiva di misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla parte offesa nei confronti di un uomo di 44 anni, resosi responsabile del reato di maltrattamenti nei confronti della moglie. Il provvedimento giunge a conclusione di una rapida ed intensa attività investigativa coordinata dalla locale Procura della Repubblica e avviata dalla Squadra Mobile a seguito della denuncia/querela sporta dalla parte offesa all’inizio del mese.
In tale circostanza, la vittima ha raccontato ai poliziotti diversi episodi in cui è stata costretta a subire maltrattamenti da parte del marito, iniziati sin dal 2015, epoca in cui il rapporto tra i due iniziava, anche per questi motivi, a vacillare. Maltrattamenti fatti di violenze fisiche: in un’occasione la donna, per un pugno sferratole sul volto, è finita perfino in Ospedale per la frattura delle ossa nasali. Anche psicologiche le violenze perpetrate dall’uomo attraverso ingiurie e minacce di morte, noncurante neanche della presenza dei figli minori, spesso spettatori involontari di quelle bruttissime scene.
Continue le vessazioni diventate ormai parte del quotidiano che per anni la donna è stata costretta a subire e che, per “salvaguardare la propria famiglia”, così come ella stessa ha dichiarato, ha evitato di denunciare. L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, diretta dal Procuratore Capo, Mario Spagnuolo, ha trovato il suo epilogo nel pomeriggio di ieri con l’esecuzione della misura cautelare in argomento che conferma l’impegno della Polizia di Stato e, quindi, degli uomini della Questura, diretta dal Questore della provincia di Cosenza, Giuseppe Cannizzaro, e dell’Autorità Giudiziaria, nell’affrontare il fenomeno della violenza di genere e della tutela delle fasce deboli.
L’uomo, a cui è stato notificato il provvedimento, dovrà lasciare la casa familiare e non potrà avvicinarsi alla parte offesa e dai luoghi da questi frequentati ad una distanza inferiore ai 500 metri, con applicazione del braccialetto elettronico. Gli è preclusa, inoltre, ogni forma di comunicazione, con qualsiasi mezzo, con la parte offesa.