«L’ampliamento del tribunale di Castrovillari è l’ennesima prova delle bugie istituzionali che sono state profferite pur di chiudere l’ex tribunale di Rossano, ma ancora peggio rappresenta, a nostro avviso, anche una decisione che appare incompatibile con la volontà manifestata del Governo di rivedere la riforma della geografia giudiziaria e quindi pensare alla istituzione di un tribunale a Corigliano Rossano». In questo commento del gruppo Gav (Gruppo azione per la verità) di Corigliano Rossano c’è tutta la rabbia che esce fuori dopo l’ufficialità del Ministero di Grazia e Giustizia per la gara di affidamento del progetto di fattibilità tecnica ed economica per l’ampliamento degli spazi del palazzo che accoglie oggi il Tribunale di Castrovillari. Sei milioni di euro in totale. Una notizia che «è quasi passata sotto silenzio – scrivono i membri del Gav – mentre avrebbe dovuto far sobbalzare dalla sedia, anzi dagli scranni del parlamento, regione e consiglio comunale, chi dice di avere a cuore il futuro della città». Una notizia, continuano, che «ha il sapore della beffa e della presa in giro» rispetto alle speranze di vedere riaperto un presidio di giustizia nell’area di Corigliano Rossano.
Le motivazioni sono di semplice e immediata intuizione che trascinano a ruota anche dei precisi interrogativi a cui il Governo e i suoi rappresentanti «devono dare una risposta chiara» aggiungono i membri del Gav. All’epoca della chiusura del tribunale di Rossano si sbandierò a tutti i livelli la spendig review quale motivo per chiudere i tribunali e dinanzi ad una struttura incapiente, come il nuovo edificio del tribunale di Castrovillari, si disse che invece i locali erano «addirittura sovrabbondanti».
Il disinteresse delle istituzioni
Oggi lo Stato spende ben 6 milioni di euro per ampliare un tribunale che «diceva essere capiente a contenere anche il circondario del Tribunale di Rossano. Ora ci chiediamo quale sia realmente la volontà di questo Governo, perché appare quanto meno illogico autorizzare un esborso così oneroso per l’ampliamento di un tribunale, quando invece si può ripristinare un presidio di giustizia le cui spese sarebbero a carico della regione».
La cosa che rammarica di più il gruppo di azione per la verità sul Tribunale di Corigliano Rossano «è il totale disinteresse delle istituzioni, perché non basta organizzare convegni e rilasciare interviste se poi all’atto pratico non si interviene su di una vicenda a cui ognuno dice di tenere». Per questo Gav chiede alla politica locale «silente ed assente (nonostante l’attivismo manifestato in passato con scioperi della fame e giri bicicletta osannata in campagna elettorale) cosa intende fare, perché mentre noi ancora restiamo fermi e muti, altri Comuni come quello di Chiavari, agiscono ed hanno, ad esempio, costituito in un Consiglio comunale straordinario, una Commissione Speciale consapevoli che tale interesse pubblico involge e coinvolge interessi economici e sociali non più procrastinabili».
Gav non si ferma al livello politico soltanto locale ma chiama in causa anche le espressioni di politica regionale – rispetto alla quale è stata apprezzata in passato la proposta di legge – per sapere «cosa intende fare rispetto ad un progetto Ministeriale, già esecutivo, che di fatto sconfessa la stessa legge di istituzione del comune unico che prevedeva l’istituzione del tribunale». Ma ancor più al Governo di assumere una «posizione chiara e dica la verità sulla reale volontà del Governo senza perseverare nell’azione mortificante di false promesse».