Morano nella lista delle diciassette città aspiranti alla nomina di “Capitale italiana della Cultura” per il 2027. L’annuncio è stato ufficializzato dal MiC che ha accolto a candidatura il progetto dell’esecutivo guidato dal sindaco Mario Donadio intitolato “Morano Calabro: “Le Quattro Porte del Sapere. Un Viaggio tra Cultura, Scienza, Natura e Spiritualità”. Un elemento che pone l’accento sulla ricchezza del territorio, incastonato nell’area del Parco Nazionale del Pollino, oasi naturale di straordinaria bellezza, soffermandosi, principalmente, sulla sconfinata eredità culturale e sociale custodita nelle splendide chiese parrocchiali del centro storico, tutte insignite del titolo di Collegiate e ingentilite al loro interno da opere d’arte firmate dai più celebri scultori e pittori italiani, in un arco temporale che va dall’epoca pre-rinascimentale e rinascimentale, sino alle correnti più moderne. In ognuna delle “Quattro Porte” vi è lo stigma, virtuale ma anche empirico, di vicende complesse, di fatiche e sacrifici, di fede e tradizioni; segnano periodi e dolore e di gioie, contingenze composite che costituiscono l’humus delle radici popolari e mutano in memoria il semplice ricordo; vi è impressa, nelle Quattro Porte, la resilienza umana.
Eppure «la proposta non è solo celebrazione del passato, ma piuttosto uno sguardo verso il futuro» afferma il sindaco Mario Donadio. «Questo riconoscimento è per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione, un’occasione di crescita collettiva. Essere nel novero dei Comuni selezionati conferma che stiamo seguendo la strada giusta per promuovere il nostro amato villaggio. Il piano che abbiamo presentato, mette in luce l’anima, intellettuale, scientifica e spirituale di Morano, un capitale di inestimabile valore, che merita di essere conosciuto e apprezzato da un pubblico più ampio. Ci attende un cammino impegnativo, non privo di asperità. Ma siamo molto fiduciosi. In questa specifica avventura sappiamo dover competere con realtà blasonate; ma sappiamo anche di avere le carte in regola per competere. E, con l’appoggio dei nostri cittadini e l’indispensabile supporto delle istituzioni centrali, coltiviamo il sogno di invertire la perniciosa tendenza alla rassegnazione.
Un certo modo di ragionare per compartimenti stagno» osserva Donadio, «condizionato da visioni ideologiche responsabili di danni enormi al Paese, non attecchirà mai nelle nostre menti. A livello locale, poi, sia concessa una rapida digressione, il teatrino della politica bassa, quella che, non avendo argomenti, scade in vane critiche frutto di strumentalizzazione e null’altro, non ci appassiona. Lezioni di comunicazioni non possiamo accettarne. No! Soprattutto se chi le vorrebbe impartire è stato così pesantemente punito dall’elettorato poco più di tre mesi fa. Per quanto ci riguarda proseguiamo con determinazione nel processo di sviluppo integrale avviato, nella consapevolezza di avere già ottenuto un significativo riconoscimento a livello nazionale».
Il percorso di avvicinamento all’ambita designazione prevede che i diciassette centri selezionati siano chiamati in audizioni pubbliche che dovranno svolgersi entro il 12 marzo 2025; occorrerà illustrare e approfondire il dossier di candidatura alla giuria e, solo dopo, comunque entro il 28 marzo 2025, vi sarà la proclamazione della Capitale italiana della Cultura 2027. La località vincitrice riceverà un contributo finanziario di un milione di euro da utilizzare per la realizzazione del programma proposto.
Da quest’anno, inoltre, volendo dare impulso alle idee delle dieci città finaliste, è stata approvata un’iniziativa per individuare soluzioni che favoriscano la sostenibilità, rafforzino la nascita di reti territoriali tra enti pubblici, privati e stakeholder.