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VUOTO ISTITUZIONALE

Parco del Pollino, due anni senza presidente: le guide ufficiali denunciano: «scarico di responsabilità grave»

Giorni fa anche una riunione dei sindaci dell'area protetta più grande d'Italia ha evidenziato la necessità di avere un presidente «condizione indispensabile per garantire al Parco un ruolo attivo e determinante».

Due anni di immobilismo della politica, quella che nei palazzi del Governo deve decidere chi sarà il successore di Domenico Pappaterra alla guida del Parco nazionale del Pollino. Due anni di vacatio che il 10 febbraio segneranno lo sfortunato anniversario per l’area protetta più grande d’Italia, ancora senza governance, ruolo fondamentale per lo sviluppo e la programmazione a lungo termine. Un vuoto amministrativo al quale non vogliono più assistere le Guide Ufficiali del Parco nazionale del Pollino che in un comunicato ufficiale sottolineano come il tempo trascorso senza avere ancora un nome papabile per «è probabilmente tanto. Tantissimo visto che il Presidente è nominato con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’intesa con i presidenti delle regioni nel cui territorio ricade in tutto o in parte il parco, nell’ambito di una terna proposta dal Ministro”: non parrebbe nulla di così complesso vista la situazione politica nazionale e regionale attuale che vede chiari i vari governanti sui diversi livelli. E qui veniamo al nocciolo della questione».

«Questo non considerare con la giusta attenzione un problema così importante – scrivono le guide – strategico per un territorio che è l’area protetta più estesa d’Italia e che riflette le proprie azioni su tutte le comunità locali, i paesi, gli enti, le imprese e i professionisti, è uno scarico di responsabilità grave che si ripercuote sui nostri paesi, interessando direttamente tutte le principali attività che sono volano di sviluppo, e che hanno investito e utilizzato le proprie risorse per ripartire quasi da zero e offrire servizi di qualità dopo il periodo di dura sopravvivenza a cui ci aveva costretto la situazione di emergenza post-covid».

«L’impossibilità di programmare su lungo termine avendo una linea di riferimento politica, modulare le azioni in funzione dei progressi o dei regressi, ipotizzare nuovi interventi in funzione di analisi territoriali dei protagonisti e dei professionisti di settore, e gestire le possibili situazioni di emergenza (tutte azioni che rendono dinamico e capace di reagire una struttura complessa come un ente parco) oltre che relazionarsi con le politiche regionali e nazionali, sono cause chiare ed evidenti di un declino che può comportare diversi passi indietro in quello che fino ad ora è stato fatto. Quello che sempre più spesso ci stiamo chiedendo è quanto l’ambiente, il territorio, la tutela della natura e il vero sviluppo sostenibile di queste aree sia caro ai nostri governanti».

Garantire al Parco ruolo attivo

Le guide, che generano turismo, indotto economico sostenibile, promozione dell’area parlano di «totale disinteresse» rispetto ad una questione essenziale per la vita del Parco nazionale del Pollino che «è stato spezzato qualche giorno fa da una riunione di una parte dei sindaci dei Comuni del Parco» i quali hanno sottolineato come «la nomina di un presidente non è solo una questione formale, ma una condizione indispensabile per garantire al Parco un ruolo attivo e determinante. È fondamentale che questa figura possa rappresentare un punto di riferimento per tutti i Comuni, che sia competente, del territorio e presente sulle comunità, collaborando con loro per realizzare interventi concreti e strategici».

Rimangono poi ancora alcune azioni che «affliggono il territorio» e che attendono «una risoluzione e che dovranno raggiungere la conclusione del loro iter» – aggiungono le guide del Parco: l’approvazione definitiva del Piano del Parco, il coordinamento con i comuni per quel che riguarda la gestione e manutenzione delle strade, gli eventuali incentivi per il turismo, il coordinamento per il presidio del territorio con il supporto dei Carabinieri Forestali che accusano un ridotto numero di personale, il nuovo caso relativo alla Centrale del Mercure, tutte le nuove azioni e progettualità che possono essere messe in atto seguendo le direttive comunitarie e nazionali.

«Ci uniamo allo stato di emergenza, e ribadiamo in maniera forte e chiara come Associazione Guide Ufficiali del Parco Nazionale del Pollino che è di estrema necessità individuare tale importante figura per tornare ad avere una direzione ed una rappresentanza chiara, che garantisca programmazione nel tempo e reazione immediata nelle emergenze senza perdere altro tempo o rinviare le decisioni in un contesto che diventa sempre più complesso».

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