Un viaggio per se stesso, ma anche per restituire ai territori che attraversa la disponibilità nell’accoglienza. Cene in un maneggio (dove a volte trova riparo per lui e la cavalla che lo acocmpagna) o in un ristorante vicino al suo bivacco dove tanta gente, curiosa di conoscere la sua storia, partecipa e contribuisce alla raccolta fondi per le associazioni che si occupano di aiutare chi è in difficoltà o soffre di malattie particolari, che operano nei luoghi che tocca con il suo viaggio per l’Italia e le sue isole.
Cristian Moroni, il cavaliere dall’anima solidale, insieme alla sua cavala Furia in questi giorni ha attraversato anche il Pollino dove ha incontrato studenti delle scuole (a San Lorenzo Bellizzi) e ha pernottato presso il centro ippico Iannibelli di Frascineto ospite del titolare Vincenzo, conosciuto due anni prima nel suo passaggio da Trebisacce durante il periplo dello stivale, e con lui hanno promosso una cena per sostenere la lega italiana fibrosi cistica Calabria, presso un noto ristorante di Civita.
Poi dopo qualche giorno di riposo di nuovo in sella per dirigersi prima verso Altomonte, accolto dalle scuderie di Serragiumenta, e continuare il suo viaggio verso la Sicilia dove a Portopalo di Capo Passero guarderà idealmente il posto dal quale è partito per questa nuova avventura. Tutto ha avuto origine cinque anni fa durante un tramonto, quando con la sua fedele compagna a quattro zampe ha guardato la cartina dell’Italia e ha pensato quanto sarebbe stato bello iniziare un viaggio alla scoperta delle bellezze del Paese, finalizzando il suo andare con opere di solidarietà a favore di chi ne ha bisogno.
Una favola moderna che vede Cristian Moroni, romano di origine, protagonista di questa esperienza partita nel 2020 da Roccasecca dei Volsci, in provincia di Latina. La sua cavalla maremmana, uno zaino con l’essenziale, un sacco a pelo, la tenda e tanta «provvidenza» per compiere questa esperienza di viaggio «che non si improvvisa» ma che richiede «tanto spirito di adattamento».
La fede e la voglia di staccare il ritmo della vita quotidiana, di saper «lasciare gli affetti» per compiere un cammino che non è solo personale ma diventa collettivo nell’incontro con gli altri che la strada ti pone davanti. Persone, storie, associazioni, altri cavalieri, amministratori, giovani ai quali Cristian si racconta in questo andare semplice ed ecosostenibile che permette anche di seminare bene.
«Sul vostro territorio mi sono sentito tre volte a casa» aggiunge prima di rimontare in sella e dirigersi verso la Sila, dove lo attende la natura incontimanata di una «Calabria meravigliosa» dove promette di ritornare al prossimo viaggio.