E’ bastato un post del consigliere di minoranza Giancarlo Lamensa che ha sottolineato il periodo nero del Castrovillari Calcio e una risposta in puro stile si sfottò calcistico del Senatore della Repubblica Ernesto Rapani per scatenare la bagarre sui social e soprattutto riscoprire l’orgoglio (ferito) castrovillarese. Tutto è iniziato dall’intervento politico del capogruppo di Fratelli d’Italia nel parlamentino cittadino che ha puntato il dito contro la gestione della questione calcistica cittadina, additando al presidente della Polisportiva Gerry Rubini, «espressione di questa Amministrazione Comunale (nessuno lo dimentichi)» una parte di responsabilità rispetto alla scelta della compagine societaria che oggi ha lasciato senza stipendi calciatori e staff tecnico.
Il dito puntato
Come ricorda lo stesso Lamensa fu proprio Rubini a tranquillizzare «tutta la Città ed i tifosi, affermando in pompa magna di essere il garante della nuova compagine societaria, la quale sarebbe stata la panacea del calcio castrovillarese. Le avvisaglie erano già chiare sin dalla presentazione di una compagine, che non si è mai ben capito a chi fosse realmente riconducibile, holding inglesi, che in corso d’opera sono diventate lussemburghesi». Oggi però quella società ha lasciato senza pagamenti calciatori e staff tecnico come gli stessi hanno denunciato in un comunicato delle scorse ore, e pertanto ha rincarato la dose aggiungendo che «la responsabilità di questa Amministrazione è palese, per l’ennesima volta mostra totale incapacità nell’affrontare qualsiasi questione le si ponga. Anche il Calcio Castrovillarese, suo malgrado, è passato sotto la scure di Attila, che ha avuto come vittime dapprima lo storico Campionato delle Casermette (ormai lontano ricordo) e poi la blasonata squadra del Castrovillari Calcio. Negli ultimi tre anni hanno giocato a fare i patron calcistici nella totale incompetenza, pensando che i soldi del Comune (veicolati dalla Polisportiva), le sponsorizzazioni delle Municipalizzate e l’amore di qualche imprenditore, li legittimasse a fare i managers. Dopo aver distrutto hanno cercato in fretta e furia di liberarsi di una squadra sull’orlo del fallimento, affidandola al primo che capitava. Dovreste chiedere scusa anche per questo ulteriore settore che siete riusciti a distruggere».
Mai somme della Pollino Gestione Impianti per il calcio
Non si è fatta attendere però la risposta – questa si politica e sostanziale – dell’ex presidente della Pollino Gestione Impianti, Vincenzo Esposito, che ha tenuto a precisare che rispetto a quanto dichiarato dal consigliere Lamensa sui social rispetto a «presunte sponsorizzazioni delle municipalizzate in favore del Castrovillari Calcio, tengo a precisare che durante il periodo in cui il sottoscritto ha rappresentato la società Pollino Gestione Impianti srl non è stata elargita alcuna somma in favore della stessa, come si evince dal sito della società nella sezione amministrazione trasparente (alla quale si rimanda)».
L’orgoglio calcistico
Ma la vera emergenza del calcio cittadino, però, è passata in secondo piano non appena il Senatore della Repubblica, Ernesto Rapani, ha espresso un commento che, invece di entrare nel merito della grave situazione debitoria della società calcistica castrovillarese, ha riportato l’attenzione sulla disfatta rossonera nel campo del Corigliano Rossano dove i Lupi del Pollino hanno incassato «2 polpettoni e con la coda in mezzo alle gambe sono dovuti rientrare a casa a capo chino e muti». Un intervento che suscitato le ire dei tifosi rossoneri che hanno risposto in maniera piccata ricordando al massimo esponente istituzionale del territorio (che ha preso anche un bel pò di voti nella città del Pollino) che il Castrovillari ha militato per 8 anni tra i professionisti e forse la politica dovrebbe essere una questione di stile da non perdere mai.
Come se non bastasse, però, la bagarre calcistica da tifosi ha coinvolto anche esponenti dello stesso partito di Rapani nell’area del Pollino che hanno ricordato al Senatore l’uscita «fuori luogo» rispetto ad una questione emergenziale che coinvolge una dirigenza, un gruppo di calciatori e tecnici e di conseguenza le loro famiglie, e che forse era il caso di «chiedere scusa alla nostra città dalla quale ha avuto un suffragio di voti». Ci ha pensato lo stesso Lamensa a mettere una toppa alla querelle calcistico – politica (che ha ricevuto anche le scuse del Senatore Rapani) riportando l’attenzione sulla vera questione denunciata da Lamensa e rilanciando al Senatore l’interesse ad occuparsi non tanto delle questione da stadio ma – nella sua carica istituzionale – di «aiutare» la città del Pollino e la squadra rossonera per uscire da questa impasse.