C’è una «colpa grave» che emerge nelle 51 pagine del Decreto della Corte dei Conti, sezione giurdisizionale per la regione Calabria, a firma del giudice monocratico Gianpiero D’Alia, a carico degli amministratori di Castrovillari. Vale a dire che «posto che la condizione di squilibrio strutturale dell’ente locale era nota agli amministratori convenuti sin dal 2012, in ragione della richiamata deliberazione della Sezione regionale di controllo relativa all’analisi del rendiconto della gestione del Comune di Castrovillari del 2010 e della deliberazione con la quale l’ente locale ha deciso di fare ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale (oltre che in ragione delle successive delibere di approvazione del piano di riequilibrio, delle modifiche e degli aggiornamenti dello stesso, e delle osservazioni formulate in più occasioni dall’organo di revisione contabile) e, quindi, era nota anche quale dovesse essere la condotta amministrativa esigibile, nella fatti specie in esame, da parte di amministratori avveduti e responsabili». Pertanto alla luce di quanto invece prodotto in termini amministrativi per i giudici contabili «la condotta (di parte) dei convenuti si è contraddistinta per la inescusabile trascuratezza e violazione dei doveri» assunti nel piano di riequilibrio scelto dall’amministrazione Lo Polito per evitare il dissesto.
Le mancanze del passato e la gestione presente
Pertanto la «deliberazione del dissesto dell’ente locale, in esecuzione della deliberazione n. 24/2019 della Sezione regionale di controllo, confermata dalla sentenza delle Sezioni riunite in speciale composizione n. 18/2019, ha reso evidente che l’aggravamento della condizione economica e finanziaria dell’ente locale nel triennio 2015/2017 (periodo in cui gli amministratori Lo Polito, Pace, Russo e Visciglia erano tutti in carica) ha irreversibilmente compromesso l’equilibrio di bilancio dell’ente» e che parte di loro «non hanno adottato politiche di bilancio funzionali al risanamento dell’ente, così contribuendo al dissesto del Comune di Castrovillari».
Per i giudici dunque non sono solo loro ad aver attuato la «mala gestio» che arriva dal passato riferibile al centro destra (questo nessuno lo dimentichi, perchè altrimenti si farebbe un processo sommario alle persone oggi coinvolte nel decreto della Corte dei Conti) ma hanno posto in essere una «condotta» che ha «facilitato o aggravato il dissesto» si legge tra le carte inviate al comune di Castrovillari.
Gli amministratori coinvolti
Sebbene nella prima fase istruttori oltre al sindaco, Domenico Lo Polito, e gli assessori Pasquale Pace, Giuseppe Russo e Aldo Visciglia, vennero riconosciuti tra i reponsabili anche l’ex assessore Maria Silella e l’ex vice sindaco, Francesca Dorato, queste ultime due sono state “salvate” dal giudizio di responsabilità in quanto l’attore pubblico ha riconosciuto la corresponsabilità solo a quelli che hano «ricoperto per almeno un biennio l’incarico di Sindaco e di assessore nel periodo in contestazione».
Per determinare con esattezza l’orizzonte temporale della contestata responsabilità da dissesto, infatti, il giudice, ha ribadito come già affermato dalla deliberazione della Sezione regionale di controllo n. 24/2019 che il piano di riequilibrio finanziario proposto dal comune era «inidoneo» per una serie di circostanze, puntualmente specificate «nell’atto gravato e sintetizzabili nel mancato rispetto – sulla base delle risultanze contabili del triennio 2015/2017 – delle previsioni del piano».
Tra le numerose evidenze, la Sezione regionale ha censurato la violazione delle modalità di ripiano poste dal D.M. 2 aprile 2015, per il mancato miglioramento, per ciascun esercizio finanziario del triennio 2015/2017, della parte disponibile dell’esercizio precedente – periodo durante il quale l’ente avrebbe conseguito un ulteriore disavanzo nella gestione finanziaria in ciascuno degli esercizi considerati – e il mancato ripiano, a decorrere dal 2015, della quota annuale da riaccertamento straordinario».
L’azione sanzionatoria
Per questo l’azione di responsabilità sanzionatoria attivata dalla Procura regionale nei confronti dei quattro amministratori è «fondata» in quanto avrebbero dovuto attuare «il progetto di risanamento previsto dal piano di riequilibrio finanziario pluriennale approvato dal Consiglio comunale» in modo «scrupoloso» mentre nel caso di specie le continue rimodulazioni del piano di riequilibrio hanno determinato che «i risultati conseguiti a rendiconto nel triennio 2015/2017 non hanno rispettato le previsioni contenute nella ultima rimodulazione del piano».
Nelle carte il giudice Gianpiero D’Alia ha evidenziato come l’imputazione di responsabilità sanzionatoria nei confronti di Lo Polito, Visciglia, Russo e Pace è figlia della loro posizione rispetto alla «produzione dell’evento dissesto». «Gli amministratori – è scritto nel Decreto della Corte dei Conti – sono stati in carica per un periodo di tempo obiettivamente significativo per evitare con i propri atti il
dissesto finanziario, avevano, infatti, a disposizione specifici poteri di indirizzo e di controllo sull’andamento dell’azione amministrativa, volti a dare attuazione agli indirizzi politici adottati, considerato che gli atti di predisposizione dei bilanci e dei rendiconti sono riservati alla competenza dei due organi di indirizzo politico (Sindaco e Giunta comunale) quali atti propri, anche se si avvalgono della collaborazione degli uffici amministrativi».
Ora la visione dei giudici contabili sarà oggetto della valutazione dei legali di parte dei quattro amministratori coinvolti e sarà discussa nel momento delle contro deduzioni formulate a difesa dell’operato del sindaco Lo Polito e degli assessori Pace, Russo e Visciglia i quali sono pronti a dimostrare di aver operato per il bene della città e il risanamento della situazione debitoria ereditata nel 2012 e figlia, di certo, delle gestione passate della gestione della cosa pubblica. Una «battaglia» legale come l’ha definita lo stesso sindaco di Castrovillari che determinerà il ritmo della politica delle prossime settimane.