Il Gruppo Archeologico del Pollino è favorevole della riserva naturale della Petrosa. Lo aveva già esternato nel corso di un incontro pubblico in merito alla rilevanza archeologica della riserva naturale, Claudio Zicari, Presidente del Gruppo Archeologico, associazione operante dal 1982 nel settore della tutela e valorizzazione dei Beni Culturali, precisa che all’interno della riserva sussiste il sito Eneolitico o età del rame, circa 2500-1800 a.C., delle Grotte di Santo Jorio costituito da ampie cavità che hanno restituito importanti reperti esposti presso il Museo Archeologico di Castrovillari; la rilevanza archeologica di tali cavità – continua il presidente Zicari – fu individuata dal ricercatore Agostino Miglio nel 1954, e vari altri rinvenimenti furono effettuati in seguito tra cui una lama in ossidiana su di un pianoro pertinente le grotte; i reperti rinvenuti sono riconducibili alle culture di Diana e di Piano Conte.
Tale sito, tra l’altro, è posto in collegamento con altro sito di importanza archeologica quale quello delle Grotte delle Sirene, tramite un itinerario, che si sviluppa nel territorio della Riserva interessando anche l’antica fontana Cornice, il percorso si rivela di grande importanza paesaggistica. Il patrimonio archeologico della Riserva consente, pertanto, una importante occasione di conoscenza della preistoria e protostoria della fascia pedemontana e in tale territorio il Gruppo Archeologico del Pollino ha sempre svolto attività di promozione e divulgazione del locale patrimonio culturale.
All’interno della riserva – continua ancora il presidente Zicari – vi è anche l’importante sito archeologico della Collina delle Fave, dove da qualche anno conducono ricerche gli archeologi dell’Università di Groningen (Olanda); tale sito ha restituito la presenza di insediamenti di epoca Eneolitica e dell’età del Bronzo e, in particolare, in riferimento a tale ultima epoca ha rivelato una tipologia insediativa di particolare rarità. Il sito di Timpone delle Fave, anche con particolari caratteristiche morfologiche, rivela, inoltre, – secondo i risultati conseguiti dall’equipe di archeologi olandesi – contatti e scambi con il mondo greco in epoca antecedente la fondazione di Sibari nell’VIII sec.a.C..
Il territorio della Riserva, quindi, “è di grande valore archeologico e si presta alla creazione di itinerari dal grande valore culturale e, pertanto, la realizzazione della Riserva Naturale Regionale costituisce una grande opportunità di tutela, promozione e valorizzazione del Patrimonio Culturale della fascia pedemontana del Pollino”.
Anche il CAI di Castrovillari dice SI alla Riserva Naturale. Il Club Alpino Italiano di Castrovillari, con i suoi ormai venticinque anni di attività, è da sempre conoscitore del territorio e opera, da sempre, a vantaggio delle Comunità locali. “Per questo crediamo che la possibilità di istituire una Riserva Naturale nella zona pedemontana di Castrovillari, non debba rappresentare una occasione persa, rispetto ad altri ambiti calabresi, ma, al contrario, debba diventare uno strumento di sviluppo e di benessere per tutta l’area”.
Ad onta del suo nome – Petrosa – che parrebbe suggerire una sassaia brulla e inospitale, infatti,
la fascia pedemontana è una zona ricchissima di elementi floro-faunistici di gran pregio, già oggetto di studi approfonditi e interessantissimi da parte di Esperti di ogni dove, in primo luogo dell’Università della Calabria si continua a leggere nella nota del CAI. “A questo si aggiungono elementi di grande rilievo archeologico, ma anche insediamenti agricoli in atto che, pur essi, trarrebbero grande vantaggio dalla Riserva. Inutile dire che il CAI di Castrovillari si propone fin da subito per offrire la sua esperienza e competenza per la migliore fruizione possibile dell’area, attraverso, ad esempio, la creazione di una adeguata sentieristica, magari diversificata per le varie fasce e tipologie di visitatori. E questa è soltanto una delle possibilità di intervento. Né si può, infine, tacere la possibilità di azioni di recupero e risanamento di aree degradate – impossibile da effettuare diversamente, visto le ingenti risorse economiche necessarie- che, attraverso i finanziamenti riservate alle aree protette, restituirebbero ai cittadini di Castrovillari, e non solo, aree attualmente impraticabili e addirittura dannose per la salute”.