Ci sono denunce circostanziate sui tavoli della Procura della Repubblica di Castrovillari, competente per territorialità, che segnalano i casi in cui ambulanze senza medico a bordo abbiano contributo ai ritardi nei soccorsi e causando la morte di cittadini che attendevano un aiuto in condizioni critiche. Le ha prodotte la segreteria comprensoriale della Cgil Pollino – Sibaritide – Tirreno attraverso il segretario Giuseppe Guido che ora attende che qualcuno intervenga e dia ai cittadini le giuste risposte sulle emergenze che riguardano al sanità territoriale.
Ieri al sit-in di fronte l’ospedale di Castrovillari, nel corso della campagna di ascolto nazionale della Fp Cgil, c’erano anche i dirigenti regionali e territoriali che da anni si battono perchè il diritto alla salute, nell’area nord Calabria, torni ad essere una normalità e non un fatto eccezionale.
Per Vincenzo Casciaro, segretario generale comprensoriale Fp Cgil, «14 anni di commissariamento non si possono reggere. Oggi la sanità è così smagrita da essere smunta e priva di risorse ed energie e incapace di dare risposte ai cittadini». Sulle mancanze dei presidi ospedalieri territoriali manca un dialogo con il governo regionale e il managment segno di una «indifferenza da parte del governo, non c’è interlocuzione seria che possa consentire al commissariamento di uscire dai limiti di questo stato e tramutarsi in un sistema sanitario che sia vero, efficace ed efficiente».
I numeri sono più eloquenti di ogni altra visione. Ogni anno spendiamo circa 300 milioni di euro per finanziare la migrazione sanitaria ai quali si aggiungo gli altri centinaia di milioni di euro spesi dai familiari dei malati per viaggi, pernottamento e vitto nelle città dove si recano per avere supporto medico – ospedaliero che non trovano in Calabria. «Non ne possiamo più. Al Commissario chiediamo di darsi una linea di indirizzo diverso».
A rilanciare il tema è Gianfranco Trotta, segretario generale Cgil Calabria, che segnala come «la funzione della medicina sul territorio è stata latitante da troppi anni costringendo i pazienti a rivolgersi ai pronto soccorso, agli ospedali, riempiendo le strutture di persone che se avessero avuto punti di riferimento sul territorio li avrebbero cercati».
«Siamo qui per ripartire dai bisogni» – ha spiegato Giuseppe Guido, segretario comprensoriale Cgil – «per ascoltare i cittadini e capire cosa non va nella sanità pubblica. Registriamo condizioni massacranti per i pochi operatori». La vera necessità è un mantra che si ripete da sempre, ma senza ascolto: «servono risorse umane, mediche e infermieristiche per la sanità di questo territorio».
E poi Guido chiede «basta ambulanze non medicalizzate. Abbiamo registrato e denunciato troppe morti per questo motivo. Abbiamo prodotto esposti alla Procura della Repubblica e attendiamo risposte. Ma soprattutto non ci servono strutture vuote».
La strada è quella di riportare il focus sulla medicina del territorio. Giuseppe Guido non ha dubbi: «la corretta politica di investimenti sulla medicina territoriale, risolverebbe il problema in termini di prevenzione e scaricherebbe gli ospedali di carichi che non gli competono». E poi un appello per l’ospedale di Castrovillari. «Lo spoke deve diventare uno spoke perchè oggi non lo è».