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AREE PROTETTE

I parchi calabresi al servizio degli obiettivi europei di tutela: si punta al 30% di superficie protetta

Castata a Campotenese ha ospitato nei giorni scorsi il secondo incontro del coordinamento delle guide parco calabresi. Un esercito di sentinelle a tutela del territorio

La figura delle guide parco è cambiata negli ultimi anni. Non si parla più solo di professionisti del turismo montano che accompagnano lungo sentieri più o meno difficoltosi gruppi di turisti, scolaresche o famiglie. Ma la guida ufficiale di un’area protetta è ormai diventata una vera protagonista della tutela del territorio, la prima interfaccia di riferimento degli Enti chiamati a tutelare e valorizzare l’ambiente naturale e la sua bidoversità. Un ruolo che la guide calabresi hanno sudato per vedersi riconoscere, con anni di duro e silenzioso lavoro, crescendo nei singoli territori e diventando oggi un vero e proprio coordinamento che riunisce sotto un unico “cappello” tutte le Guide ufficiali dei Parchi nazionali di Pollino, Sila ed Aspromonte e quello regionale delle Serre.

Quasi trecento professionisti della montagna che per la seconda volta si sono riuniti in un evento di confronto presso Catasta di Campotenese, il nuovo hub turistico esperienziale nel cuore del Pollino, che ha coinciso con i trent’anni di istituzione dell’area protetta calabro – lucana. Un evento voluto per confrontarsi sulle nuove sfide di sostenibilità e tutela della biodiversità a cui punta l’Europa che dopo il recente COP15 di Montreal punta ad arrivare al 30% di aree terrestri e marine protette entro il 2030.

La sfida possibile

«La Calabria – scrive il coodinamento guide parco Calabria – con i suoi oltre 330.000 ettari ha già oltre il 22% di superficie terrestre occupata da aree protette, avvicinandosi alla soglia del 30%». Nella regione più a sud del continente siamo quindi già a buon punto su questo obiettivo, «eppure non siamo ancora soddisfatti» aggiunge Andrea Vacchiano, presidente delle Guide ufficiali del Parco nazionale del Pollino. Per questo come coordinamento tra i professionisti della montagna ci si è dato come obiettivo di «puntare più in alto ed essere ambiziosi, quando si parla di protezione della biodiversità e darsi da fare su tanti fronti. Abbiamo visto – aggiunge Vacchiano – che i parchi lavorano, ci sono tanti progetti che vanno dalla tutela degli habitat a quello delle singole specie. E poi ci sono le certificazioni dei servizi sul territorio, la Cets, i siti Unesco, il nostro terrtorio può andare a potenziare questo sistema».

La rete virtuosa delle guide

In questa ottica di tutela della biodiversità le guide vogliono giocare un ruolo strategico perchè sono quelli che vivono l’area protetta «in prima persona» hanno «rapporto con chi abita il territorio» e riescono a vedere «le criticità» ma anche i punti di forza «da un’altra ottica». Certo va ancora definita la figura delle guide a livello regionale. Ancora qualcosa resta nel limbo di una burocrazia che non facilita il lavoro di questi professionisti che sono anche sentinelle dei parchi. Oggi non esistono più le divisioni di un tempo, «non ci sono gelosie – afferma Vacchiano – e si cerca lo scambio per favorire la crescita tra colleghi». La terra per eccellenza riconosciuta come quella delle separazioni in casa invece anche nel panorama italiano è l’unica ad avere un coordinamento regionale tra guide ufficiale, come riferito proprio nel corso dell’incontro a Campotenese da Giampiero Sammurri, già presidente di Federparchi. «Oggi le guide sono dei facilitatori per la fruizione dei territori, non solo della montagna» aggiunge il presidente delle guide ufficiali del parco del Pollino.

Turismo naturalistico in crescita

La pandemia ha permesso a molti di riscoprire gli ambienti naturali. Il boom del primo anno dopo la stagione di chiusura del Covid 19 ha dato la percezione di quanta forza attrattiva abbia la montagna in particolare. La Calabria è stata presa d’assalto dai turisti italiani, in primis, e poi dal pubblico straniero. «Il turismo naturalistico è in crescita – ammette Andrea Vacchiano – il punto forte dei nostri territori è che si caratterizzano per peculiarità naturali e morfologiche uniche. I numeri delle presenze sono in aumento e molto gioca il passaparola. Molti partono con aspettative basse, poi quando arrivano scoprono territori meravigliosi, servizi e professionisti. Non siamo all’anno zero, insomma. Le cose funzionano, anche se c’è ancora da migliorare».

Le sfide future

Tanti gli ospiti che hanno partecipato all’incontro sul Pollino. Oltre ai saluti istituzionali dei parchi calabresi, la presenza di Giovanni Aramini, dirigente del settore Parchi ed Aree Naturali protette della Regione Calabria, i video saluti del neo presidente di Federparchi, Luca Santini, a Catasta sono state rappresentate le maggiori associazioni di categoria delle guide ambientali (Aigae, Lagap ed Assoguide), mentre al tavolo di presidenza c’erano Rita De Stefano, delegata IUCN Italia e Giampiero Sammuri, già presidente di Federparchi.

L’obiettivo delle guide è ora avere un registro regionale che metta insieme i professionisti del settore e una sempre più fervida collaborazione con gli enti che gestiscono le aree protette, per vincere la sfida della sostenibilità, della tutela e della valorizzazione dell’ambiente Calabria.

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