Nuove risorse in finanziaria per una maggiore dotazione di uomini sul territorio. La battaglia contro la criminalità è uno degli assi portanti dell’azione di Governo targato Giorgia Meloni. Lo dice – tra le righe – il sottogretario del Ministero dell’Interno, Wanda Ferro, ieri a Castrovillari insieme al sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, per il tour ispettivo negli istituti penitenziari del cosentino.
«Abbiamo inserito risorse nella finanziaria per dare strumenti maggiori alla polizia penitenziaria per poter lavorare in sicurezza» ma anche attraverso il confronto con la il prefetto Ciaramella, le forze di polizia e le forze armate, «ci attiveremo dove ci sarà necessità di potenziamento» degli organici territoriali.
Lo Stato c’è, non arretra
E’ la notizia che arriva nel corso della visita istituzionale e che risponde alle esigenze più volte reiterate dai sindacati delle forze dell’ordine, in un territorio dove la criminalità organizzata ha fatto sentire ampio il suo potere di voler primeggiare sullo Stato. «Siamo in carica da poco ma abbiamo tutta la volontà di investire sullo Stato – aggiunge Wanda Ferro – e dimostrare al cittadino che siamo Stato e lo siamo tutti a partire dai cittadini e su questo non retrocediamo».
Questione tribunale
Anche sulla questione tribunale i due sottosegrati non si sottraggono alle domande. Da sempre rimane aperta la potenziale riapertura del tribunale di Corigliano – Rossano. Wanda Ferro conferma che si sta «facendo una mappatura» che parte dalla profonda punta dello stivale con Reggio Calabria e le sue esigenze, passando per Locri, per passare a Vibo Valentia e salire fino a Rossano.
Più diretta è la risposta offerta da Delmastro nel corso della conferenza stampa tenuta dopo la visita dell’istituto detentivo della cittadina jonica. «Non è un mistero che questo governo politico – ha ribadito ai microfoni di Eco dello Jonio – ritiene un fallimento la revisione della geografia giudiziaria. Ha spento luci di legalità, ha allontanato le antenne di legalità dai territori. Vogliamo rivedere la geografia giudiziaria» e «creare aree vaste nuove – ha detto – dove si possono aprire nuovi tribunali, con una geografia di competenza diversa, su aree omogenee che magari presentino medesimi problemi o una omogeneità socio-economica, imprenditoriale, culturale, per riportare la presenza dello Stato sul territorio. Su questo profilo mi pare di poter dire, senza timore di smentita, che è più importante aprire un tribunale in Calabria di quanto non lo sia in Piemonte».