«Ho registrato con grande favore le dichiarazioni del direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, Martino Rizzo, riportate da un quotidiano cosentino in merito alla volontà di assegnare una parte del nuovo contingente di medici cubani negli ospedali di periferia. La pandemia ci ha insegnato che la questione sanitaria si gioca sul piano glocal e se con i sanitari italiani non siamo riusciti a dare risposte al bisogno di salute che richiedono i territori, allora ben venga la sinergia internazionale messa in piedi dalla Regione Calabria con i medici del golfo del Messico per assicurare il diritto di cure e prestazioni sanitarie alle nostre popolazioni».
Lo afferma il sindaco di Mormanno, Paolo Pappaterra, riprendendo con favore le dichiarazioni di oggi che annuncia l’arrivo di nuovo gruppo di medici Cubani che presteranno servizio non solo negli Spoke della provincia ma anche negli ospedali di San Giovanni in Fiore, Lungro, Cariati, Trebisacce, Mormanno.
«La sanità è un ambito – ha affermato il primo cittadino di Mormanno – sul quale le istituzioni pubbliche e i comuni si giocano la credibilità nei confronti dei cittadini. Per troppo tempo abbiamo assistiamo al depauperamento dei presidi ospedalieri delle aree interne e lavorare in sinergia con la Regione Calabria e il coordinamento dell’Asp di Cosenza, come stiamo facendo da tempo nei tavoli di confronto ai quali siamo protagonisti con i sindaci del territorio, ci permette oggi di intravedere un orizzonte di rinascita per un comparto strategico non solo per le risposte in ambito di diritto alla salute, ma per l’intera vivibilità del territorio. Sapere che avremo linfa nuova capace di assicurare la risposta ai bisogni di cure che arriva dai cittadini è per noi un ottima prospettiva per programmare il rilancio dell’ospedale di Mormanno, sul quale come amministrazione stiamo investendo energie e risorse per renderlo riferimento della Calabria superiore e della vicina Basilicata».
In queste ore il sindaco Pappaterra ha anche sentito il suo collega di Lungro, Carmine Ferraro, che ha espresso altresì soddisfazione per la presa di posizione dell’Asp per territori «troppo spesso poco considerati nell’ottica globale della sanità pubblica regionale».