L’istituto comprensivo di Morano Calabro è salvo. Non sarà interessato dal dimensionamento scolastico che si sarebbe tradotto in accorpamento con altro istituto del territorio. «Non era scontato che ottenessimo questo risultato» commenta il presidente del Consiglio Comunale, Mario Donadio. «Secondo la nuova disciplina di settore, che tiene conto di una serie di contingenze, tra le quali lo spopolamento della regione, e parametra l’esistenza della dirigenza in una sede a specifici fattori, abbiamo corso seriamente il rischio di perdere gli uffici e di vederli unificati ad altre realtà, con conseguenze facilmente immaginabili. È stato grazie al nostro intenso e proficuo impegno, fatto di contatti e confronti con l’Ente Provincia, in particolare con la presidente Rosaria Succurro e il suo vice, Giancarlo Lamensa, se abbiamo scongiurato il pericolo dell’accorpamento ad altre agenzie della zona; rivendicando e ottenendo l’applicazione del criterio compensativo come centro montano, a tutela del nostro territorio, purtroppo assai fragile dal punto di visto sociale ed economico».
La decrescita demografica degli ultimi anni in Calabria preoccupa dunque le istituzioni, centrali e periferiche, alle prese con problemi enormi, di difficile soluzione. Problemi che obbligano a rivedere il sistema dell’offerta formativa e i PES attuali, rimodulandoli in funzione delle mutate congiunture. La stima del numero di alunni in base alle proiezioni del MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) è fissato per la Calabria a 244.759 unità. Il numero delle autonomie riconosciute dal decreto per l’a.s. 2024/25 è pari a 281, contro le 360 dell’anno precedente, pertanto dovranno esserne soppresse 79, di cui 29 in provincia di Cosenza.
«Una roba da togliere il sonno», riflette Mario Donadio. «Se non si produrranno a livello nazionale, come sembra si voglia fare, strumenti che incoraggino la natalità e al contempo favoriscano l’occupazione, così da spronare i giovani e aiutarli a scommettere sulla loro terra, affinché vi restino con dignità e prospettive, ciò che oggi siamo riusciti a evitare prima o poi si verificherà. E nulla potranno i governi locali. A prescindere dal loro colore e delle loro prossimità politiche. Occorre investire nel futuro e avviare urgentemente processi mirati per il Meridione; trasformare la ricchezza potenziale in occasione di sviluppo concreto, pensando a formule di redistribuzione giuste e produttive. È solo immaginando una rinascita del Sud che possiamo sperare in un domani migliore. Diversamente saranno solo chiacchiere. Per quanto ci riguarda non ci fermeremo! Seguiremo e insisteremo con tutte le forze e in tutte le sedi affinché il progetto di ampliare il nostro Istituto Comprensivo con l’abbinamento del Liceo Sportivo e dell’Istituto Agrario – Liceo per il Made in Italy, diventi presto realtà e opportunità di crescita e rilancio per la comunità e l’intero comprensorio»