La lingua arbëreshe, dopo oltre un ventennio di colpevole disinteresse nonostante l’entrata in vigore dal 1999 della legge 482 di tutela in Italia delle minoranze linguistiche storiche, entra finalmente nella programmazione Rai. Il Parlamento ha approvato il nuovo Contratto di servizio che regolamenta le trasmissioni del Servizio Pubblico Radio Televisivo e per la prima volta, dopo oltre 20 anni di mancata applicazione delle normative approvate per tutelare gli arbëreshë, la minoranza linguistica storica presente in Calabria, Sicilia, Basilicata, Puglia, Molise, Campania e Abruzzo è stata inclusa nell’accordo che scandisce tempi e modalità della programmazione Rai.
L’inserimento della minoranza linguistica storica arbëreshe è frutto di un grande lavoro di squadra che è stato ben finalizzato dell’onorevole Anna Laura Orrico del Movimento Cinque Stelle, di origine arbëreshe, con la presentazione di appositi emendamenti confluiti nell’art. 9 del testo approvato dalla Commissione di Vigilanza Rai presieduta dall’onorevole Barbara Floridia del Movimento Cinque Stelle e ratificata dal Parlamento, assieme ad un’altra richiesta di integrazione presentata da Forza Italia.
Gli emendamenti sono scaturiti dalla richiesta inoltrata il 7 settembre scorso dal Movimento Federativo delle Minoranze Linguistiche – Nuova Arbëria presieduto da Nicola Bavasso, atto condiviso dai docenti universitari Francesco Altimari dell’Unical, Matteo Mandalà, dell’Università di Palermo, da Mario Brunetti, già deputato del Parlamento Italiano nonché dai sindaci arbëreshë Gennaro Capparelli di Acquaformosa, Carmine Ferraro di Lungro, Giuseppe Bosco di Firmo, Angelo Catapano di Frascineto, Gianni Gabriele di San Giorgio A., Antonio Pomillo di Vaccarizzo A., Pietro Giuseppe Stamati di Plataci, Franco Candreva di Falconara A., Roberto Lavalle di Santa Caterina A., i sindaci crotonesi Francesco Scarpelli di San Nicola dell’Alto e Mario Antonio Amato di Carfizzi, Mosè Antonio Troiano di San Paolo A. (PZ), Renato Iannibelli di San Costantino A. (PZ), Noè Andreano di Casalvecchio di Puglia (FG) e Diego Iacono di Chieuti (FG), Giorgio Manes di Montecilfone (CB), Laura Greco di Ururi (CB) e Leonardo Spera di Contessa Entellina (PA).