Il 10 Marzo si svolgerà presso la Catasta, a Campotenese di Morano Calabro il secondo incontro delle guide dei parchi calabresi e lucani.
Un appuntamento che si rinnova promuovendo l’importante confronto tra i professionisti riconosciuti che operano in natura e che accompagnano sul territorio, ponendo questa volta l’attenzione sulle nuove evoluzioni internazionali delle aree protette, con uno speciale focus su quelle nazionali e regionali. “La scelta del Pollino non è stata un caso. E’ stato nostro intento poter celebrare insieme ai colleghi delle due regioni, i trent’anni dell’Ente Parco. E’ un importante traguardo per un’area protetta che iniziò la sua storia con una serie di eventi molto travagliati, e che ora invece sta diventando sempre più, una certezza della tutela del patrimonio ambientale italiano e della sua capacità, grazie agli sforzi di più soggetti, di attrarre i tanti visitatori che scelgono questa meta” ha dichiarato Andrea Vacchiano, coordinatore dell’Associazione Guide Parco Nazionale del Pollino. Migliorare è sempre possibile, e proprio per questo è necessario programmare e condividere le idee per concretizzare il ruolo di primissimo piano che questi territori meritano- continua Vacchiano. “Un evento di grande risonanza per tutte le guide che operano nelle nostre aree protette, e non fine a sé stesso: sarà occasione utile per confrontarsi, definire insieme il punto della situazione, canalizzare l’attenzione su territori che sono patrimonio di tutti e che generano benessere, e non in ultimo, stimolare le amministrazioni ad intraprendere attenti e coerenti percorsi di gestione e tutela”.
La Calabria con i suoi oltre 330.000 ettari ha già oltre il 22% di superficie terrestre occupata da aree protette, avvicinandosi alla soglia del 30%. Tale cifra è proprio la percentuale minima che l’unione europea ha posto come obiettivo ai paesi membri, che dovrà essere raggiunta entro il 2030.
Nelle regioni più a sud del continente siamo già a buon punto su questo obiettivo, eppure non siamo ancora soddisfatti.
“Occorre puntare più in alto ed essere ambiziosi, quando si parla di protezione della biodiversità e darsi da fare su tanti fronti. Ma per farlo occorre guardare agli esempi positivi e negativi che le nostre aree protette hanno portato in questi anni. Guardare ai Parchi Calabresi e Lucani per guardare all’Europa, portando esempi di buone pratiche ed errori da evitare. Questo è il nostro obiettivo e ne vogliamo discutere insieme”.