Era indagato per il reato di truffa aggravata per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza rischiando una pena detentiva da 2 a 7 anni. Nei giorni scorsi il GIP del Tribunale Penale di Castrovillari, ha disposto il non luogo a procedere, assolvendo con la più ampia formula un cittadino castrovillarese “perché il fatto non sussiste”.
A detta “delle risultanze investigative della Procura della Repubblica, l’indagato, si sarebbe reso responsabile dell’ingiusto conseguimento di un profitto derivante dall’essere stato beneficiario della percezione del reddito di cittadinanza pari a diverse migliaia di euro a partire dall’aprile del 2019 a settembre dello stesso anno mediante accredito sulla sua carta postale delle rette mensili erogate dall’Inps, attestando falsamente, sempre a detta della Procura, di non possedere alcun patrimonio immobiliare e tacendo il reddito percepito dalla di lui figlia”.
Il legale del cittadino, avvocato Fulvio Barca, in udienza preliminare ha dimostrato come non fosse sostenibile l’accusa in dibattimento e, di conseguenza, il Gip, ha disposto la piena assoluzione.
Viva soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Fulvio Barca che ha sottolineato come, “nonostante l’ipotesi accusatoria fosse di estrema gravità, il Gip del Tribunale di Castrovillari, confermando la prospettata tesi difensiva, non abbia potuto far altro che assolvere da ogni accusa il prevenuto non essendo sostenibile in dibattimento un’ipotesi accusatoria che omettesse di provare se lo stesso indagato fosse o meno passibile di erogazione del reddito di cittadinanza nonostante le omissioni contenute nella domanda di ammissione al reddito stesso”.