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LA PRESA DI POSIZIONE

Vescovi calabresi esprimono vicinanza agli agricoltori. Critici sull’autonomia differenziata

Espressa grande preoccupazione per il disegno di legge approvato in Senato nei giorni scorsi che rischia di «diventare motivo di ulteriore divario tra Sud e Nord»

Arriva dai vescovi della Calabria, durante la riunione della Conferenza episcopale regionale, presieduta dall’arcivescovo di Reggio-Bova, monsignor Fortunato Morrone, la «concreta vicinanza agli agricoltori che in queste ore stanno manifestando il proprio dissenso rispetto alle politiche agricole dell’Unione Europea. Dagli accordi al ribasso fino alle norme sull’abbandono dei terreni, è in gioco anche il futuro della Calabria. I presuli auspicano un deciso ed unito intervento della politica calabrese a supporto degli agricoltori della Regione».

La sessione invernale dei presuli che guidano le diocesi calabresi, riunita presso il Seminario Arcivescovile “Pio XI” di Reggio Calabria, ha anche «espresso grande preoccupazione per il disegno di legge sull’autonomia differenziata, approvato in Senato nei giorni scorsi. Il provvedimento, che trasferisce alcune funzioni agli Enti locali, rischia di diventare motivo di ulteriore divario tra Sud e Nord, tra aree sviluppate e regioni più povere, minando il principio di unità e solidarietà e compromettendo il diritto alla salute, all’istruzione e l’accesso ai servizi essenziali che lo Stato dovrebbe garantire in forma eguale a tutti i cittadini. La determinazione dei Livelli essenziali di prestazione (Lep), prevista dal disegno di legge, ricorda l’esperienza fallimentare dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) che, come è facilmente riscontrabile, non hanno assicurato un’uniformità del Servizio sanitario nazionale. Queste misure, invece, vengono presentate come utili soltanto per giustificare una formale uguaglianza di trattamento, ma in verità coprono una inaccettabile disparità che ricorda la famosa espressione orwelliana: «Alcuni sono più uguali degli altri».

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BLOCCO TOTALE

La protesta dei trattori invade Castrovillari: «la terra è nostra e non si tocca»

Centinaia di trattori partiti dal presidio permanente dello Scalo di Spezzano hanno manifestato per le strade della città del Pollino stanziando sotto la sede di Coldiretti

Al grido di «la terra è nostra e non si tocca» centinaia di agricoltori della Valle dell’Esaro, della Sibaritide e del Pollino sono partiti dal presidio permanente dello scalo di Spezzano Albanese diretti a Castrovillari dove hanno invaso, pacificamente, le strade della città. Il corteo che ha creato non pochi disagi ai cittadini e alla circolazione stradale nel corso del suo passaggio si è fermato sotto la sede della Coldiretti di Castrovillari in piazza Giovanni XXIII paralizzando le arterie di entrata e uscita dalla città del Pollino.

«Ci stanno portando finiti, siamo disperati. Non riusciamo più a portare avanti il nostro lavoro e rischiamo di chiudere» hanno dichiarato ai nostri microfoni diversi piccoli produttori che lamentano anche la presenza delle grandi aziende produttive ai presidi e le manifestazioni che si stanno susseguendo in questi giorni. «Preferire morire piuttosto che essere schiavo» recita un cartellone issato sul frontale di un mezzo agricolo, mentre su un’altro trattore che porta una bara in legno uno striscione recita «L’Ue ha ucciso l’agricoltore». Sono stanchi, delusi dalla politica, amareggiati per le scelte in campo agricolo messe in piedi dalla comunità europea e promettono di andare avanti ad oltranza fin quando il Governo non darà risposta alle loro richieste. «Andremo fino a Roma o Bruxelles se necessario» urlano mentre sventolano le bandiere dell’Italia e del movimento agricolo dal quale si sentono oggi rappresentati.

«La nostra fine sarà la vostra fine» è scritto su un altro cartello che richiama anche la volontà di sensibilizzare l’opinione pubblica e i consumatori a condividere le scelte e lotte degli agricoltori. «La comunità europea vuole favorire le multinazionali e farci mangiare porcheria, noi vogliamo difendere il cibo buono e italiano, i consumatori dovrebbero essere con noi a manifestare» dichiarano ancora mentre strombazzano i clacson dei mezzi agricoli e si blocca il traffico che per ora è l’unica forma democratica per far capire che «la misura è colma».

«Non ce la facciamo più» urla ancora un giovane agricoltore «ci stanno portando alla fame. Non possiamo più coltivare la nostra terra se continuiamo cosi». Mentre il corteo si prepara a muoversi verso piazza municipio.

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INCIDENTE MORTALE

Auto impatta sullo spartitraffico in A2: morto il conducente, tre i feriti

Al momento i veicoli che procedono in direzione nord vengono deviati lungo la statale 18 'Tirrena Inferiore'. Si lavora per ripristinare l'ingresso in autostrada

È di un morto e tre feriti il bilancio di un incidente avvenuto in modo autonomo sulla autostrada A2 all’altezza dello svincolo di Lamezia Terme. Una  Citroen su cui viaggiava un nucleo familiare proveniente dalla Campania ha impattato nello spartitraffico per cause in corso di accertamento. Nell’impatto il conducente del veicolo è morto sul colpo. Con lui nell’auto anche la moglie e i due figli, uno dei quali ferito gravemente, è stato trasportato in pronto soccorso con l’elisoccorso.

Sul posto i mezzi Anas per il ripristino delle normali condizioni di sicurezza della sede stradale e il personale della Polizia stradale per gli adempimenti di competenza, mentre i Vigili del Fuoco del distaccamento di Lamezia Terme sono stati impegnati per estrarre i feriti dalle lamiere e affidarli al personale sanitario del Suem118 per le cure del caso e successivo trasferimento presso struttura ospedaliera con elisoccorso ed ambulanze.

Intervento dei vigili del fuoco è valso altresì alla messa in sicurezza del sito e della vettura. Al momento i veicoli che procedono in direzione nord vengono deviati lungo la statale 18 ‘Tirrena Inferiore’ con rientro in A2 presso lo svincolo di Falerna.