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Nuova programmazione Leader 2023-2027: il Gal Pollino convoca in plenaria gli attori del territorio
La riunione servirà alla redazione, presentazione e gestione del piano di azione locale dell'area del Pollino
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La riunione servirà alla redazione, presentazione e gestione del piano di azione locale dell'area del Pollino
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Il reato contestato è inquinamento ambientale delle acque del torrente Bolituro e del fiume Busento
Nella mattinata odierna i militari del NIPAAF di Cosenza, Nucleo investigativo di polizia ambiente agroalimentare e forestale, unitamente al Nucleo Carabinieri Forestale di Cosenza, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Cosenza, su richiesta della Procura di Cosenza, diretta da Mario Spagnuolo, di una azienda zotecnica ubicata nel comune di Carolei in località “Vennarello”, nonché delle attività di allevamento di capi bovini e ovicaprini, delle stalle e delle opere connesse, per il reato di inquinamento ambientale delle acque del torrente Bollituro e del fiume Busento.
Le indagini sono scaturite a seguito dell’osservazione dello stato delle acque del fiume Busento, attenzionato da tempo dai militari dell’Arma Forestale a cui poi sono seguite denunce da parte di associazioni e istituzioni. Le indagini, effettuate anche con campionamenti delle acque in vari orari e conseguenti analisti effettuate dall’Arpacal, hanno permesso di accertare che gli effluenti di allevamento venivano scaricati attraverso una condotta e due canali di scolo, nelle acque del torrente Bollituro mediante due scarichi abusivi, senza subire alcun processo depurativo, contaminando così le acque del fiume Busento posto più a valle.
Si è pertanto, proceduto questa mattina al sequestro dell’azienda e degli animali in essa presenti, 250 capi bovini e 258 capi ovicaprini, e al deferimento del proprietario dell’azienda per aver compromesso e deteriorato le acque del torrente Bollituro e del fiume Busento, sversando attraverso scarichi abusivi, svariati quantitativi di effluenti di allevamento prodotti all’interno dell’azienda. Il tribunale di Cosenza ha nominato un amministratore giudiziario per garantire la continuità delle attività azienda.
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Al programma che partirà domani hanno aderito una vasta rete di comuni, diocesi, scuole, associazioni della Provincia di Cosenza
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L'episodio risale a sabato pomeriggio in una strada del centro cittadino di Cosenza. La donna è stata aggredita alle spalle e scaraventata a terra. Ora si cerca una seconda persona
La Polizia di Stato di Cosenza ha tratto in arresto una persona di nazionalità straniera, resasi responsabile del reato di rapina in concorso con altro soggetto in corso di identificazione nel pomeriggio di sabato. Intorno alle ore 14,00, la volante di zona veniva allertata di una rapina in danno di una anziana signora avvenuta lungo una strada del centro cittadino.
Il tempestivo intervento del personale delle volanti, unitamente a personale della Squadra Mobile nel frattempo sopraggiunto sul posto, consentiva di rintracciare nell’immediatezza uno degli autori del reato che veniva, inseguito, accerchiato e bloccato all’interno di un portone di uno stabile vicino ove si era nascosto, mentre il complice riusciva a dileguarsi e far perdere le proprie tracce. Durante la fuga i due si liberavano della refurtiva che veniva recuperata dagli operatori e restituita alla vittima.
La signora, fortemente provata, ha raccontato ai poliziotti i terribili istanti vissuti in quei pochi ma interminabili minuti in cui si è vista afferrata alle spalle e con forza scaraventata a terra mentre uno dei due le afferrava la borsa per poi dileguarsi, lasciandola dolorante e sanguinante. Il tempestivo intervento dei poliziotti consentiva da un lato di prestare i primi necessari soccorsi alla donna e di fermare e arrestare uno degli autori della rapina. Alla donna, trasportata in ospedale, le venivano riscontrate la frattura del collo e trochide omerale e diverse ulteriori fratture ed ecchimosi.
Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato associato alla locale Casa Circondariale su disposizione dell’autorità giudiziaria.
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Era ricoverato presso l'ospedale de L'Aquila per via del tumore al colon che aveva scoperto già prima del suo arresto. Pochi giorni fa era stato dichiarato in coma irreversibile, al suo capezzale la figlia
Matteo Messina Denaro è morto. Il boss di Cosa nostra era stato arrestato il 16 gennaio scorso dopo 30 anni di latitanza. Si trovava da agosto ricoverato presso l’ospedale de L’Aquila, in una stanza blindata, a seguito del precipitare delle sue condizioni fisiche dovute al tumore al colon che aveva scoperto già prima del suo arresto.
Aveva 62 anni. Venerdì era stato dichiarato in coma irreversibile. I medici, sulla base delle indicazioni date dal paziente, che nel testamento biologico ha rifiutato espressamente l’accanimento terapeutico, nei giorni scorsi gli hanno interrotto l’alimentazione. Le condizioni del padrino, sottoposto dal 2020 a quattro operazioni chirurgiche e a diversi cicli di chemio, sono subito apparse gravi ai medici dell’Aquila che l’hanno avuto in cura dalla cattura e che inizialmente l’hanno sottoposto alle terapie in carcere, dove era stata allestita per lui una cella con infermeria.
Dopo l’ultimo intervento il boss, molto grave, è stato trattenuto in ospedale, trattato con la terapia del dolore e poi sedato. Prima di perdere coscienza ha incontrato alcuni familiari e dato il cognome alla figlia Lorenza, avuta in latitanza e mai riconosciuta. La ragazza, insieme a una delle sorelle del capomafia e alla nipote Lorenza Guttadauro, che è anche il difensore del boss, è stata al suo capezzale negli ultimi giorni. È stato proprio il cancro al colon a portare i carabinieri del Ros e la Procura di Palermo sulle tracce del padrino riuscito a sfuggire alla giustizia per 30 anni.
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Nonostante la pioggia che ha disturbato la prima parte dell'evento, la serata ha riscosso una grande partecipazione
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Un ambiente protetto e accogliente per le donne vittime di violenza che trovano il coraggio di denunciare. Frutto della donazione di due cittadini virtuosi
All’interno del Commissariato di pubblica sicurezza di Castrovillari è stato inaugurato ieri un punto di ascolto per le vittime vulnerabili realizzato in un locale intitolato a “Giulia e Thiago”, ovvero Giulia Tramontano ucciso il 27 maggio a Senago dall’ex compagno, e al suo bambino che portava in grembo.
Uno spazio protetto e accogliente che vuole essere punto di riferimento per le donne vittime di violenza che trovano il coraggio di denunciare quanto subito. La stanza è stata realizzata grazie alla donazione di due cittadini virtuosi, privati benefattori Giuseppe Molino e Innocenzo Barletta di Castrovillari, che hanno voluto donare una somma in denaro trovata in una busta chiusa e della quale non si è riusciti a risalire al proprietario.
All’interno della sala è stato realizzato un murales opera dell’artista Antonino Perrotta e dell’associazione Rublanum Alternative che hanno inteso immaginare Giulia e Thiago come sarebbe stati, se si fossi riusciti ad impedire, come tutti avremmo voluto, questo ennesimo femminicidio.
All’evento oltre al questore di Cosenza, Michele Maria Spina, hanno partecipato il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, il vescovo della diocesi di Cassano, monsignor Francesco Savino, il sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito, i magistrati Anna Maria Gramaldi, Rosamaria Pugliese, Valentina Draetta, il comandante della compagnia Carabinieri, Pasquale Del Prete, il comandante della guardia di finanza, Arianna Buffone, e Franco Tramontano, il padre di Giulia, accolto dal vescovo di Cassano in un caloroso abbraccio.
«Giulia è morta perché voleva un bambino. Voleva crearsi una famiglia. Ha creduto nell’amore. Questo è quello che noi vogliamo dire di Giulia, non aggiungiamo altro» ha detto Franco Tramontano, padre di Giulia – uccisa il 27 maggio scorso a Senago mentre era in attesa della nascita del figlio Thiago dal compagno Alessandro Impagnatiello – visibilmente commosso mentre veniva abbracciato dal vescovo di Cassano allo Ionio monsignor Savino, a margine della cerimonia di inaugurazione della stanza d’ascolto per le vittime vulnerabili dedicata a Giulia e a Thiago aperta nel commissariato di Castrovillari della Polizia di Stato.
«Diciamo basta ai femminicidi – ha detto monsignor Savino -. Dico a tutti gli uomini, per favore. Dobbiamo educarci tutti quanti al senso della non appartenenza. La donna non ci appartiene, appartiene a se stessa, alla vita. Appartiene a chi si è fatta strumento di vita per loro. Liberiamoci dalla cultura del possesso. L’amore non è possesso, l’amore è dialogo, è rispetto, costruzione. L’amore è guardare verso la stessa direzione. Sono contento di questa inaugurazione perché è importante la memoria, non soltanto perché dobbiamo ricordare le vittime, ma dobbiamo anche ricordare perché non ci siano più vittime». Per il prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella «è stata una giornata particolarmente emozionante. Dedicare una sala d’ascolto a una ragazza uccisa da un criminale, perché dobbiamo dire cosi, può far sì che un papà, oggi è presente, possa avere contezza che la figlia abbia continuità nel ricordo di tante altre persone per evitare che casi del genere possano nuovamente verificarsi».
Il questore di Cosenza Michele Maria Spina ha sottolineato come «vogliamo essere vicini alle donne che subiscono violenze. Abbiamo creato questa stanza, con questo murales, proprio per creare un ambiente favorevole dove le donne possano sentirsi più a proprio agio. Abbiamo voluta dedicarla a Giulia e a Thiago perché la vicenda di Giulia Tramontano ci ha molto scossi. E’stato un delitto efferato. L’uccisione di una ragazza così giovane incinta al settimo mese ci ha colpito moltissimo e avremmo voluto saper fare qualcosa per impedirlo, non ci siamo riusciti. Ora, invece, proviamo, con questa sala, insieme a tutte le altre iniziative, a intervenire, proprio culturalmente, su questo fenomeno».
Il sostituto procuratore di Castrovillari Valentina Draetta, che si occupa specificamente di questi reati, ha sostenuto che «purtroppo abbiamo numeri piuttosto alti. Io stessa sono dovuta intervenire sulla scena di un delitto in cui aveva perso la vita una donna incinta per mano del compagno. Purtroppo i casi di stalking, di maltrattamenti in famiglia, di violenza sessuale e di gruppo sono all’ordine del giorno».
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La rievocazione storica riproduce la donazione del Castrum di Miromanum da parte del Principe Normanno Ugo di Chiaromonte al Vescovo di Cassano Jonio nel 1101.
Il Ministero della Cultura attraverso la Direzione Generale dello Spettacolo ha riconosciuto al Comune di Mormanno un nuovo finanziamento pari 16.980,26 euro per la rievocazione storica della Festa della Donazione. Un nuovo risultato che premia la progettualità dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Paolo Pappaterra che per il terzo anno consecutivo si vede riconosciuto un valido sostegno economico che permette di « proporre al pubblico di turisti che sceglierà la nostra comunità per le sue vacanze una rievocazione che assume i tratti identitari di un episodio che affonda le radici nella nostra identità» ha sottolineato il primo cittadino di Mormanno.
L’evento promosso dall’Amministrazione Comunale in sinergia con l’Associazione Comunalia, rievoca un preciso e documentato avvenimento storico: la donazione del Castrum di Miromanum con tutte le sue pertinenze, staccandolo dalla sua terra di Laino, da parte del Principe normanno Ugo di Chiaromonte al Vescovo di Cassano Jonio, Sasso, con atto firmato anche dal Sovrano di Puglia Ruggero Borsa e da 7 testimoni normanni il 3 dicembre dell’anno 1101.
La Festa della donazione (comunemente chiamata rievocazione storica) dallo tre anni a questa parte è ormai entrata a far parte dei grandi appuntamenti di Mormanno e punta a diventare un altro attrattore di spessore culturale per il turismo esperienziale.
«Poter promuovere nel grande sistema degli eventi un appuntamento che appartiene alla nostra storia è una soddisfazione notevole che ci permette di continuare sulla linea della identità e dei marcatori locali per raccontare alla Calabria e al Paese intero la forza evocativa della nostra tradizione – ha dichiarato il Sindaco di Mormanno, Paolo Pappaterra – Inoltre questo evento si inserisce nel tassello della destagionalizzazione sulla quale vogliamo lavorare per proporre Mormanno come attrattore turistico, esperienziale e culturale, nel più vasto panorama del Pollino. Ci prepariamo dunque ad un nuovo grande appuntamento che arricchirà il palinsesto della nostra programmazione».
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Preoccupazione e malcontento per l'andamento della squadra. "Comunichiamo che, finché non ci sarà un cambiamento con una società seria e competente, il tifo organizzato non sarà presente sui gradoni della curva. Giù le mani dal Castrovillari calcio. Meritiamo rispetto per storia e tradizione"
Sono delusi e preoccupati. I tifosi del Castrovillari questa sera si sono riuniti all’esterno dello stadio “Mimmo Rende” esternando tutto il loro disappunto, anche attraverso uno striscione esposto alle spalle della Curva, per questo particolare e negativo momento del Castrovillari. Lo avevano già fatto nella giornata di oggi ocn un comunicato a firma della “Curva Sud” il cui testo non lascia interpretazioni.
“Castrovillari merita rispetto! Vi avevamo avvisato mesi fa, che qualora non ci fossero state le condizioni di professionalità e serietà, avreste avuto noi come primo nemico. Siamo stanchi, la gente è stanca non accettiamo più questo circo fatto di giochi politici, interessi personali, finti presidenti e dirigenti incompetenti. La vostra totale disorganizzazione e incapacità sta mettendo a rischio un blasone di più di 100 anni di STORIA ad un fallimento totale. Nello sport si può vincere e si può perdere, ma qui si sta perdendo la dignità. Noi di questo scempio non siamo e non saremo mai complici. Comunichiamo che, finché non ci sarà un cambiamento con una società seria e competente, il tifo organizzato non sarà presente sui gradoni della curva. Giù le mani dal Castrovillari calcio. Meritiamo rispetto per storia e tradizione”.
Un momento difficilissimo per la società rossonera e per la squadra. Serve una sterzata brusca, una inversione di tendenza che possa ridare speranza e stimoli nuovi a tutto l’ambiente.
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Previsti interventi per circa 960 mila euro che miglioreranno accessi e servizi di fruibilità delle gole
Consegnati i lavori relativi al progetto “Interventi di Messa in sicurezza, miglioramento accessi e servizi di fruibilità del Torrente Raganello”. Un’attività che prevede interventi per circa 960mila euro finalizzati al rilancio turistico del borgo di Civita attraverso una serie di azioni che consentono di ampliare l’informazione turistica ed usufruire in piena sicurezza delle bellezze naturali del bacino del Torrente Raganello, insieme a numerose attività volte ad aumentare promuovere la visibilità dei luoghi a scala nazionale.
Alla sobria cerimonia di consegna hanno partecipato, oltre al sindaco, Alessandro Tocci, il responsabile comunale del Settore Tecnico nonché Responsabile Unico del Procedimento , il geometra Giuseppe Palazzo, l’ingegnere Mario Salvatore Oriolo, in qualità di amministratore unico e direttore tecnico della Sinar srls, incaricata, come capogruppo mandataria del Raggruppamento Temporaneo di Professionisti, della direzione lavori, l’architetto Ilaria Oriolo e il geologo Giuseppe Campanella, facenti parte del Rtp, e il consigliere comunale delegato ai Lavori Pubblici, Antonio Vavolizza. L’Associazione Temporanea d’Imprese “Ati Civita Raganello”, esecutrice dei lavori, era rappresentata dall’amministratore unico dell’ Agrisolution Srl, Mario Grillo, e dall’ingegnere Carmelo Gallucci.
Una messa in sicurezza che riguarda, al momento, solo l’esterno del torrente. Per quanto riguarda, invece, la messa in sicurezza dell’interno del torrente «siamo in attesa del progetto – ha commentato il sindaco Alessandro Tocci – La nostra speranza è che questo venga redatto al più presto e i lavori possano iniziare nel più breve tempo possibile. Oggi, come amministrazione, abbiamo compiuto il primo passo verso la riapertura in sicurezza delle Gole. Adesso spetta ad altri organi fare gli ulteriori passaggi. Ringrazio pubblicamente l’ufficio tecnico comunale e i progettisti per quanto fatto, ma un ringraziamento particolare lo debbo dare all’assessore regionale Gallo che ha fortemente voluto che questo progetto vedesse la luce».
Alcuni aspetti scientifici coinvolgono tutta l’area del Raganello mentre il potenziamento dell’offerta turistica riguarda maggiormente il territorio del comune di Civita che, per la particolare morfologia si adatta all’implementazione di strategie che tendono ad avviare una modalità di “turismo in sicurezza” e rendere possibili azioni che consentono, agli utenti della natura di avere notizie immediate sui percorsi da fare, sulla loro difficoltà, e sulle condizioni meteo in corso, al fine di valutare i dati e fare correttamente le proprie scelte. I dati meteo cui si può attingere dal sistema in progetto non saranno sostitutivi di quelli ufficiali divulgati dalla Protezione Civile Regionale, che è e resta l’unico ente deputato a farlo, ma daranno un dato locale di dettaglio.
I dati registrati in loco da una serie di sensori locali, elaborati unitamente a quelli diffusi dalla Protezione Civile Nazionale, dal Centro Funzionale ARPACAL con applicazioni ad hoc in modo da ordinare e riorganizzare tutte le informazioni in messaggi semplici, comprensibili ed immediati che la centrale della Protezione Civile Regionale, potrà utilizzare o integrate nei MAU, e saranno utilizzati come informazione aggiuntiva per i turisti.
Sono individuati alcuni percorsi e sentieri che saranno resi percorribili in piena sicurezza, infatti nel progetto è presentata una proposta di sentieri e percorsi fluviali che limitano i rischi, unitamente ad un possibile approccio naturalistico per estendere i camminamenti laddove consentito.
Le dimensioni, la morfologia e la geologia del bacino si prestano a fare del Torrente Raganello un sito pilota per la mitigazione del rischio idrogeologico. All’intero del bacino saranno installati una serie di sensori specifici per la taratura di modelli idrologici, per la calibrazione di immagini satellitari, per la messa a punto di modelli di propagazione di incendio e la mitigazione della franosità superficiale. Tutti i dati, acquisiti in tempo reale, saranno inseriti all’interno di un data base accessibile a tutti i gli studiosi che ne faranno richiesta.
Per far conoscere tutto il percorso delle gole basse del Raganello, nella fornitura è prevista la realizzazione di un documentario della durata di 15 minuti in formato 4K. Il filmato, da commissionare a documentaristi professionisti, dovrà prevedere una prima parte descrittiva dei luoghi in termini geologici e, nella seconda parte, un volo drone lungo il percorso interno delle gole.Il tutto commentato da una speaker professionista.
Nel corso della realizzazione del progetto e per l’anno successivo, dovrà realizzarsi una campagna pubblicitaria finalizzata alla ripresa turistica del borgo ed inoltre sull’edificio del comune sarà installato un videowall per esterni che avrà la funzione di visualizzare l’accessibilità alle gole sulla base delle informazioni fornite dalla PC regionale e dai modelli locali e nella restante porzione dello schermo saranno proiettate a rotazioni previsioni meteo, attività ed iniziative del comune, immagini delle telecamere panoramiche.
La molteplicità di dati funzionali alla valutazione del rischio, fa si che quanto realizzato nel Torrente Raganello possa essere considerato alla stregua di un parco scientifico per lo studio di modelli di mitigazione del rischio idrogeologico. Ancora oggi, a distanza di 12 anni dalla messa in funzione della rete radar Nazionale, l’utilizzo di questo strumento non è pienamente applicato, sia per la sua scarsa considerazione nei protocolli di mitigazione, sia per una scarsa diffusione nell’ambito della ricerca idrologica. Nell’ambito del progetto sono presenti strumenti ed informazioni finalizzati a rendere operativi i dati delle due coperture radar.
La presenza di un radar aggiuntivo in banda X è dettata dalla necessità operativa in tempo reale. In questo contesto le precipitazioni, calibrate con pluviometri e disdrometri sincronizzati, saranno praticamente fornite con ritardi minimi.
Il radar e le attrezzature a compendio saranno allocate al rifugio di Colle Marcione che potrà essere un’altra luogo vda visitare per la valenza scientifica.
La presenza di una fitta rete di 4 pluviometri, più un idrometro e due disdrometri (strumento laser che misura velocità e dimensioni delle gocce d’acqua) offre un bacino unico in Calabria, dove poter effettuare studi e sperimentazioni sulla calibrazione dei dati radar sia in banda X che in banda C.