Il dimensionamento è certamente uno dei temi di maggiore interesse di questo inizio anno scolastico. Alla luce dell’assetto normativo delineato dalla legge di bilancio sarà in tempi brevissimi necessario rivedere i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA. Criteri che porteranno, così come approvato dalle linee guida della Giunta Regionale calabrese, a 79 autonomie scolastiche in meno, 14 per la provincia di Catanzaro, -8 Crotone, -29 Cosenza, -11 Vibo Valentia e -17 la Città di Reggio Calabria. Problematica che non può non interessare anche gli istituti scolastici di Castrovillari. Proprio in tale ottica l’amministrazione comunale ha già avviato da settimane alcuni incontri con i dirigenti scolastici cittadini, alcuni dei quali potrebbero venir meno nel prossimo e imminente anno scolastico. Problematica che ha portato ad esprimere il proprio parere e preoccupazioni circa le linee guida sul Piano di Dimensionamento che stabiliscono il contingente di dirigenti scolastici e DSGA definito dividendo per un coefficiente, comunque non inferiore a 900 e non superiore a 1000 alunni, esternate all’interno dei consigli d’Istituto e dei Collegi di docenti che si sono susseguiti in queste settimane nelle scuole cittadine.
“Forte preoccupazione è stata espressa” in merito a ciò dal collegio dei docenti dell’ITI “Fermi” di Castrovillari .
Questo è il dimensionamento più alto, con una riduzione percentuale del 18% (in Sardegna), del 22% (in Calabria) e addirittura del 24 per cento (in Basilicata). Le fusioni, per il 70%, sono concentrate al Sud.
“I pesanti effetti anche nella nostra città, sia in termini di perdite di organico tra il personale (docente ed ATA) sia di aumento della complessità organizzativa e del numero di sedi cui le istituzioni scolastiche dovranno rapportarsi, sono fatti concreti. Immaginabili saranno le difficoltà di gestione dell’offerta formativa che condurranno inevitabilmente ad una diminuzione della qualità del servizio scolastico e ad un graduale ed inesorabile spopolamento delle aree interne lontane dai centri urbani più grandi” scrivono i docenti dell’Istituto tecnico di Castrovillari.
Crediamo – continuano- “ che non si possa rispondere alle sfide che pone il nostro tempo con tagli che di fatto discriminano una volta di più i territori più fragili e gli allievi più deboli. In tempi difficili, razionalizzare è necessario, ma senza determinare ulteriore sofferenza al sistema scolastico territoriale già provato. L’istruzione superiore della città di Castrovillari ed il territorio del Pollino non può sopportare un taglio che non preveda almeno l’istituzione di tre poli: liceale, tecnico e professionale. Crediamo, inoltre, che gli Istituti tecnici e professionali meriterebbero maggiore attenzione, considerato le difficoltà sempre maggiori legate all’utenza”.
Un dimensionamento serio conclude il Collegio dei docenti dell’Istituto Tecnico “dovrebbe guardare solo a rafforzare e meglio qualificare l’offerta formativa già presente”.
In merito a ciò è intervenuta proprio oggi Giusi Princi (nella foto) vice presidente della Giunta regionale della Calabria con delega all’istruzione, che ha chiarito alcuni importanti aspetti.
“Apprendo con piacere che in tutta la Regione Calabria i presidenti di Province e Città Metropolitana di Reggio Calabria stanno avviando concertazioni e conferenze di ambito con i sindaci e con i dirigenti scolastici dei territori di riferimento, al fine di predisporre, entro giorno 15 ottobre, dei piani provinciali coerenti ai bisogni delle realtà locali e all’esigenza di una razionalizzazione della rete scolastica funzionale a garantire la dirigenza nelle aree interne o, comunque, in quei territori dove maggiori sono le situazioni di disagio socio economico. Mi appello alla correttezza istituzionale dei presidenti o dei delegati affinché venga resa un’informazione chiara e trasparente”. É quanto afferma in una nota Giusi Princi, vice presidente della Giunta regionale della Calabria.
“Voglio ricordare – prosegue la vicepresidente -, soprattutto alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, che il numero di autonomie scolastiche da ridurre non è stato disciplinato dalla Regione bensì dalla legge di bilancio n. 197/2022; discende da una precisa indicazione europea legata al Pnrr che mira ad adeguare la rete scolastica all’andamento anagrafico della popolazione studentesca. Le linee di indirizzo regionali, inoltre, non sono affatto ‘stringenti’ tutt’altro: a differenza di quelle di altre regioni non prevedono, infatti, un tetto minimo o massimo di studenti ai fini della conservazione dell’autonomia scolastica, ma indirizzano le Province a mantenere le dirigenze scolastiche e, quindi, le autonomie nelle aree interne o, in ogni caso, in quei territori laddove, attraverso concertazioni con le parti, ritengano sia necessario.
Le linee guida demandano ai presidenti a al sindaco della Città Metropolitana, la responsabilità di decidere ritenendo questi ultimi infatti, l’interfaccia dei territori coloro che meglio dovendoli rappresentare ne conoscono i bisogni. Gli indirizzi regionali indicati dalle linee guida invitano a preferire gli accorpamenti nei grossi centri urbani dando la possibilità, con il criterio della compensazione, di salvaguardare le aree interne, le minoranze linguistiche, o quanto ogni singola realtà provinciale riterrà opportuno tutelare. Mi preme specificare, ancora una volta, che linee guida sono state condivise con le Organizzazioni sindacali di categoria e con gli stessi presidenti di Provincia/Città Metropolitana. Se la regione, come avviene in altre parti d’Italia, avesse posto un tetto minimo di studenti ai fini della conservazione dell’autonomia scolastica, per gli enti non ci sarebbe stata alcuna possibilità di tutelare le aree marginali”.
La vicepresidente ricorda, poi, che “in Calabria, sono tantissimi gli istituti scolastici in reggenza, scuole, soprattutto delle aree interne che da anni sono senza dirigente scolastico. Come è emerso nel corso della recente riunione con tutte le Province e la Città Metropolitana di Reggio Calabria, estesa alla componente tecnica, tale situazione è la fotografia plastica di un dimensionamento che nella Regione Calabria risale al lontano 2012; altre regioni, nelle quali tale operazione di razionalizzazione è stata effettuata ogni due-tre anni, inevitabilmente, perdono meno autonomie scolastiche. Alla luce di quanto sopra invito, pertanto, la politica tutta, supportata dalla parte tecnica, ad operare con responsabilità, consapevole che il diritto allo studio degli studenti calabresi sarà determinato da una efficace razionalizzazione della rete. Come ha anche evidenziato la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti, nel corso dell’ultima riunione, si invitano le Province e la Città Metropolitana, in questa delicata fase, ad operare secondo criteri di buon senso, garantendo un ridimensionamento della rete rispettoso della vicinorietà e garante di un’offerta formativa razionale e variegata negli indirizzi di studio”, conclude la vicepresidente Princi.